“Si
scarica un film a Taiwan in 8 minuti, in Italia in 39” - “La Lettura”.
L’“Economist” ha usato tradizionalmente come termometro dell’inflazione nel
mondo il costo comparato dell’hamburger. Cable, sempre da Londra, ha avviato la
comparazione delle performances di rete. Da rete fissa, la rapidità di
connessione internet (e quindi di moltiplicazione del tempo di lavoro), misura
in Mbps, megabit pre secondo, vide in cima Singapore, 200,1. La media mondiale
è di 73,6 Mbps. In Italia la velocità è di 59,3 Mbps – in Romania di 144,9.
Trent’anni
fa la Sip-Stet aveva avviato, con Pascale e Agnes, un progetto Socrate,
Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso Telecom: il cablaggio dell’intera
penisola a fibra ottica. Un piano da 13 mila miliardi di lire, partito infine nel
1995. Ma presto bloccato. Prima perchè i
Comuni volevano poter decidere ognuno per sé, a chi dare l’appalto e come – il
business del sottogoverno: Bologna, Venezia, Roma, Torino. Sollecitati da gruppi
concorrenti, che ambivano a una parte della rete anche se non spendevano: Cable
& Wireless, un consorzio anglo-italiano, la Olivetti di De Benedetti,
British Telecom, France Telecom. Poi perché la Sip andava privatizzata.
L’Italia
ha abbandonato il campo del personal computer, su cui era in anticipo, quando
il personal diventava commerciabile, per i problemi finanziari di Olivetti. Ha
abbandonato il cablaggio per la politica vorace, soprattutto locale – che
tuttora litiga sulla fibra.
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