Nel
rinvio di tutto, si rinvia anche il referendum sul taglio dei parlamentari.
Naturalmente non per salvare il governo dal virus.
Il
referendum sarebbe stato votato dai contrari, dicono i sondaggi. E sarebbero
stati probabilmente sopra al quorum. Una sconfitta dei fautori della legge.
Il
governo salvato dal virus. Ovvero: la casta vera è la nuova élite di sprovveduti, comandati da un
comico, a caccia di superstipendi pubblici, per non lavorare. Che i
parlamentari vogliono ridotti alle veline di un sito o piattaforma, privata.
“La
leggerezza del poliziotto: 22 ore a Tor Vergata prima del ricovero”, “la Repubblica-Roma” – per Tor
Vergata s’intende un policlinico universitario: “Quelle 22 ore a Tor Vergata del
poliziotto «smemorato»”- Che, sottinteso, hanno propagato il contagio a Roma
È
cambiato l’italiano – il poliziotto era “smemorato”, ed è stato abbandonato per
24 ore su una lettiga, malgrado la febbre alta, che di questi tempi… Ma forse
no: un poliziotto ha torto. Il millennial non sa che pensare, giusto
insolentire i poliziotti.
La
sindaca di Roma Raggi, la bandiera delle periferie lagnose, ne ha dotata una di
filobus: Tor Pagnotta potrà così circolare sui mezzi pubblici senza inquinamento.
Ma la costosa rete elettrica di 5 km. è inutilizzabile: le buche fanno perdere
il contato con la linea, e i mezzi vanno a gasolio.
Non
sono ancora pubblici gli archivi vaticani desegretati degli anni di guerra e
successivi che il rabbino di Roma Di Segni si sente in dovere di dirli un
depistaggio, una propaganda, un trucco e un boomerang: perché il Vaticano non
fermò il treno dei deportati del 16 ottobre 1943? Di Segni vuole riaccendere l’antisemitismo?
Nel dialogo delle fedi, certo.
Di
Segni dice anche che il Vaticano salvò solo gli ebrei battezzati. E tutti
quelli non battezzati che si dicono salvati dal Vaticano?
Asia
Bibi, la cristiana - cattolica per la precisione - che il Pakistan voleva lapidata, salvata da una
protesta internazionale, cerca e trova asilo politico in Francia. Il paese “repubblicano”
per eccellenza, cioè massone. Papa Francesco non aveva tempo per la signora Bibi,
non l’ha mai neanche ricevuta.
Si
moltiplicano a Milano i processi contro l’Eni, di cui l’enigmatico Ferrarella fa
docile cronaca sul “Corriere della sera”. Non si capisce nulla di chi accusa.
L’obiettivo è invece uno, l’ad Descalzi. La cosa prosegue da alcuni anni, registrata
obbligatoriamente nei prospetti di bilancio del gruppo petrolifero. Ma gli
investitori non ne tengono conto. Chi è lo scemo?
Succedeva però anche negli anni
1950, quando Eni era un ente pubblico e il “Corriere della sera” il patrono dei
liberali: l’Eni poté raccogliere in pochi anni una serie di volumi di attacchi
di ogni tipo, principalmente del “Corriere della sera”, e di Indro Montanelli,
imbeccato e pagato dalla Francia. I processi africani sono un’operazione revival? O il tempo non passa mai a
Milano?
Forse bisogna solo scorporare
Eni, e venderlo a pezzi a qualche amico degli amici, con diritto di arricchirsi
senza faticare. Eni è un gruppo milanese, ma non fa gli affarucci: le finte joint-ventures, le società di comodo, le
quote. Questo non va bene, nemmeno alla Procura di Milano.
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