I
media moltiplicano i consigli di lettura per passare la giornata, i dischi, i
giochi da tavolo. Che si comprano dove, poiché è tutto chiuso? Consigliano
anche, molto, le serie tv, nelle piattaforme a pagamento. La pubblicità non
cessa col contagio.
Unipol
va su del 17, 73 (sic!), giovedì, e giù del 7,35 venerdì. Unicredit era scesa
del 12,13 venerdì 13, è risalita del 5,08 lunedì, è ridiscesa del 5,07 martedì,
sale del 5,29 giovedì, e del 7,65 venerdì. È successo qualcosa?
La
Corea del Nord ha bloccato l’epidemia tracciando tutti i profili
possibili degli infettati: abitudini, spostamenti, contatti. Attraverso le
cartelle sanitarie, le celle dei cellulari, le carte di pagamento, le
telecamere di sorveglianza. Il primo paese infettato fuori dalla Cina, 52 milioni d abitanti, con
molti slums urbani, ha registrato
solo 8.652 contagi, con 92 morti.
Questo
non si può fare in Italia per la privacy. In un paese che non ha nessuna
privacy, a parte le miriadi di bolli da firmare per ogni occorrenza. Che spia
liberamente, e con lode.
Filippo
Di Giacomo si lascia trasportare dalla
polemica, sul “Venerdì di Repubblica”, contro il movimento dei Focolarini: “Ne
fanno parte migliaia di cristiani di 350 confessioni, seguaci di diverse
religioni, agnostici e atei. Tra questi, anche un buon numero di cardinali e
vescovi”. Oppure no?
Gianluca
Di
Feo,
vecchia volpe della giudiziaria, si segnala su “la Repubblica”, di
cui è vice-direttore,
per denunciare gli intrighi e i colpi di mano di
Trump in tema
di vaccini, tamponi e altri strumenti antivirus, in Italia, in Europa e
dappertutto nel mondo. Soprattutto predatore in Italia, dove si è appropriato
di mezzo milione di tamponi. Una narrazione anni 1970.
Un
giorno “la Repubblica” scoprirà la Cina? Sicuramente sì – la Cina è stata
scoperta prima dell’Europa - ma quando?
Trump
si è appropriato manu militari, racconta
Di Feo febbrile, di mezzo milione di tamponi da una ditta di Brescia. Che non
aveva a chi altro venderli. E glieli ha venduti a caro prezzo. Un affarista
stupido?
“Ci
risulta che banche d’affari a Londra ragionano sull’ipotesi default Italia e
che grossi gruppi internazionali potrebbero puntare su asset strategici” in
Italia, le grandi imprese. Risulta a Berlusconi, non ai social.
Come
che vada, sarà la fine del libero mercato degli affaristi: la crisi dei mutui
non garantiti non è bastata, nessun vincolo è stato introdotto. Ma i superstiti
al coronavirus non potranno fare finta di nulla.
Singolare la gaffe all’esordio della neo
presidente della Bce, Christine Lagarde, in tema di debiti e di spread. Una persona di vertice, di
grande importanza, che dà l’impressione di non sapere cosa dice, come fosse eterodiretta.
Non ha capito bene cosa doveva dire?
Anche
le correzioni successive, non sembrano dette o scritte da lei.
La
gaffe della presidente Bce che ha provocato il crollo di Borsa, tre crolli
successivi, particolarmente sembra studiata: non è possibile dire, con tanta
chiarezza, quello che ha detto. Come se avesse organizzato – fosse stata
chiamata a organizzare – una gigantesca speculazione al ribasso.
Un’impressione
sbagliata? La controprova è che nessuno gliene chiede conto.
Lorenzetto
ha scovato un ad di una multinazionale ridotto a senzatetto dalla legge
Fornero. Uno con due superliquidazioni, l’una impiegata a estinguere il mutuo
casa dei figli, l’altra per la passione di una vita, da coltivare in pensione,
la vita al polo Nord. Per scoprire al ritorno che non aveva più diritto alla
pensione, per cinque anni. Che ha poi vissuto tra le mense dei poveri e i rifugi comunali
della Caritas.
Bastava poco, niente, per “accompagnare” gli esodati. Ma due buoni credenti, cattolici praticanti, Fornero e Monti, non ci hanno sentito.
Bastava poco, niente, per “accompagnare” gli esodati. Ma due buoni credenti, cattolici praticanti, Fornero e Monti, non ci hanno sentito.
L’ex
ad di Lorenzetto, Aldo Scaiano, spiega anche il business del sociale. “Non ha la sensazione che per tante
associazioni i poveri siano un business?”,
è la domanda. “Ne ho la certezza” la risposta: “Una casa retta da religiosi, ai
quali il Comune versava 8 euro al giorno” per un letto ai poveri, “in 24 ore”
li scacciò, “con la scusa che serviva una disinfestazione, in realtà per fare
posto ai profughi (gli immigrati, n.d.r.), per i quali la prefettura pagava 35
euro”.
Lo
spiega uno che non può vivere senza messa.
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