giovedì 2 aprile 2020

Dopo i dividendi, moratoria sui Bot

Facendo finta di nulla, “moral suasion”, la Banca centrale europea ha ordinato il consolidamento del dividendo ai soci bancari. Per 5,6 miliardi. Da corrispondere alle Fondazioni ex Casse di risparmio e agli azionisti, circa cinque milioni in Italia.
Con la stessa noncuranza, e con lo stesso fine dichiarato (consolidare le finanze pubbliche), perché non “saltare” gli interessi sul debito? Anche solo per un anno. Anche solo sul debito sottoscritto in Italia da italiani, privati, banche, assicurazioni, per non spaventare i “mercati”. I privati sicuramente sopporterebbero la misura – costa meno dei dividendi bancari non pagati. Le banche, le grandi sottoscrittrici dei bot, si compensano con i dividendi non corrisposti.
Parliamo del debito pubblico italiano. Che l’Italia deve consolidare
L’argomento non piace, si preferisce dire che è colpa degli evasori. Che ci sono, ma non sono quelli che mandano in rovina l’Italia. Ma i lettori di questo sito lo sanno: l’Italia deve consolidare il debito pubblico:
L’Italia doveva consolidare il  debito, ridurlo,  prima di entrare nell’euro. È la colpa, non lieve, di Ciampi e Draghi: aver voluto entrare, senza preparazione, per assumere poi i trattati europei come “vincolo esterno”, per l’induzione alla virtù.  Strano modo di concepire la finanza pubblica, poi perpetuato nei decenni, come se si trattasse di vizi e virtù. E non di economie nere o grige incistate. E di un’Iva per molte poste assurda. Specie sul lavoro autonomo, che chiunque - direbbe un esperto di Scienza delle Finanze, se ancora è un scienza - è abilitato a evadere, utente e prestatore d’opera, tanto è oltraggiosa.
Da allora, sono quasi trent’anni, l’Italia stringe ogni anno la cinghia, un po’ di più (i bilanci devono sempre essere in attivo), ma a nessun fine: aumenta il debito, e gli oneri sul debito. 
Il debito aumenta per gli oneri sul debito. Mentre lo Stalo è inerte: non rinnova le infrastrutture, taglia anche dove non dovrebbe (istruzione e sanità), e soprattutto si fa forte di non spendere. L’Italia va alla deriva non per motivi arcani.

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