Guido Maria Brera, l’autore del giallo all’origine
della serie, lui stesso un trader di
successo a Londra, vuole questi diavoli senza scrupoli gli angeli del nostro
mondo. In cui, dice, la politica ha abdicato. O non è stata comprata? Quella che
le polizie, più o meno segrete, non hanno messo fuori corso.
La serie, prodotta da Lux Film, i fratelli
Bernabei delle storie di preti e suore, è coprodotta da un gruppo francese. Per
il caso, uno dei tanti ma estremo, della politica messa fuori corso: Strauss-Khan,
l’ex ministro del Tesoro francese, direttore del Fondo Monetario, un socialista
di destra, inviso ai trader, che lo
chiamano “comunista”, viene prontamente accusato
di stupro e arrestato dall’Fbi – la cosa è confinata a una didascalia, qualche
immagine avrebbe dato l’idea dello scandalo, del vero scandalo.
Brera forse si diverte. La serie ha pure voluto
programmata ad aprile, “il più crudele dei mesi” di T.S.Eliot, l’incipit de “La
terra desolata”, con cui apre il suo terzo
romanzo, “La fine del tempo” - lo spettatore sta piuttosto con Shelley: “Se viene
l’inverno, può la primaverà tardare”? Ma la serie è seria. Specie per un
pubblico italiano, che i media hanno ormai da una lunga generazione debilitato
con un linguaggio melassa di tutto ciò che è “diabolico”, cioè finanziario:
parole e concetti tagliano come coltellate l’indifferenza edulcorata indotta
dai nostri media. Forse troppo affilate, chi non sapeva fatica a seguire. Ma
quanto semplici e importanti: della banca che non è più banca, dello “shortare”,
del sottilizzare o gonfiare gli utili. E dei suicidi dei trader.
Jan Maria Michelini-Nick Hurran, I diavoli
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