Una compilazione, non un testo scientifico come
quello di Eratostene, né poetico come in Ovidio. Un lavoro di divulgazione, che
però ha avuto continua fortuna, da Isidoro di Siviglia, il santo vescovo
enciclopedista che convertì i Visigoti, fino a Boccaccio, anzi fino a tutto il
Cinquecento. Il (probabile) bibliotecario di Augusto, di origine spagnola,
portato a Roma da Cesare, che lo prese con sé ad Alessandria, allievo del poligrafo
e grammatico greco Cornelio Alssandro,
sa riprendere il già noto in forma narrativa. Animando il cielo, di divinità, eroi,
personaggi di ogni qualità, e miti, saghe, aneddoti.
La lettura è facilitata dal fatto che i nomi
dei riferimenti celesti, le stelle, le costellazioni, molti pianeti, la Via
Lattea, sono rimasti pressappoco uguali.
Il titolo dela compilazione è “Poeticon
Astronomicon”. Qui è stato cambiato a somiglianza delle “Favole”, l’altro
lavoro mitografico di Hygino, con il quale è ricordato nelle storie letterarie.
Questa edizione è illustrata con le xilografie
dell’ “Astronomicon” stampato a Heidelberg nel 1589.
Caio Giulio Hygino, Fabulario delle stelle, Sellerio, pp. 204 € 9
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