Clelia Grillo Borromeo Arese – Si dice in matematica
una clelia, spiega l’Enciclopedia della Matematica Treccani, “una curva su una
superficie sferica” – una forma che ricorda quella di un fiore a più petali uguali.
Così chiamata “da frate Guido Grandi (nome assunto dal matematico F.L Grandi
dopo la sua ordinazione… in onore della contessa Clelia Borromeo del Grillo”.
Che però fu essa stessa interessata alla geometria, e fondatrice a Milano di
una privata (in casa sua) accademia delle Scienze – di fisica, matematica e
scienze naturali - con esclusione per statuto di discussioni su argomenti di
retorica, benché anch’essa fosse parte dell’Arcadia, col nome di Aspasia Tentidia.
Genovese di origine, della ricca e nobile famiglia Grillo, sposata a Milano con
una Borromeo, al quale dette otto figli, ma invisa al suocero, e all’amministrazione
austriaca della città, in quando filospagnola, come da famiglia, visse a lungo,
dal 1684 al 1777. È ricordata da Montesquieu, che ospitò nella sua accademia. E
da Pietro Verri, che a lungo ne discute il ruolo nella città. L’accademia
casalinga di Scienze animò attorno al naturalista padovano e medico Antonio
Vallisneri.
Eugenetica 2 – Elaborata in
Inghilterra, si può dire una “scienza” americana. Ora trascurata, ma sempre attiva,
nei confronti dei nuovi immigrati. Fu forte, perfino dominante nel dibattito,
nei primi tre decenni del Novecento, negli anni 1910-1920, a danno degli immigrati
latini, sopratutto italiani.
Il termine, di conio di sir Francis Galton, esploratore, antropologo, climatologo
e psicologo britannico, si pone nell’alveo del razzismo biologico. Inteso non
come sopraffazione di un popolo o una razza su un’altra, ma della purezza della
specie. In riferimento all’uso di Sparta, e poi di Roma, di selezionare i nati
in base a certi crismi di robustezza, ed esporre o eliminare i più deboli.
Il termine eugenetica Galton coniò nelle “Inquiries into Human Faculty and
its Development”, 1883, per dire “della coltivazione della razza o, come si potrebbe
anche chiamare, delle questioni eugenetiche”. Spiegandola in nota come “scienza del
miglioramento della discendenza umana”. Ma oscillando. Fra un anodino “domande
e ricerche che riguardano ciò che in greco si definisce «eugenes», cioè buona
discendenza, caratteri ereditari dotati di più nobile qualità”. E un più
decisamente razzista, nella stessa nota, “prendere coscienza di tutte le
influenza che tendono poi a distanziarsi in certo grado per poter concedere
alle razze, o ai ceppi sanguigni più adatti, una maggiore possibilità di prevalere
rapidamente sul meno idoneo, rispetto a quello che altrimenti avrebbe ottenuto”.
In un’ottica cioè di selezione naturale applicata alla società.
In un ambito culturale positivistico, le idee di Galton si fecero strada
negli ambienti liberali socialisti, e alla London School of Economics and
Political Science. Ma non ebbero seguito pratico in Inghilterra. Non negli anni
di Galton, fino alla guerra mondiale. Furono invece riprese con notevoli
effetti negli Stati Uniti. Propagandate da John Fairfield Osborn, paleontologo,
a lungo direttore nei primi decenni del Novecento, dell’American Museum of
Natural History. Nel quadro degli studi di zoologia.
Sterilizzazione
Ne furono campioni l’avvocato Madison Grant, molto ricco, e molto
ambientalista, e il futuro presidente Progressista e Nobel per la Pace Theodor
Roosevelt, i quali fondarono nel 1895 la New York Zoological Society al fine di
bloccare l’emigrazione dall’Est e Sud Europa e sterilizzare gli immigrati da
quelle zone: italiani, iberici, balcanici. Il blocco divenne legge, e la
sterilizzazione fu libera fino a tutti gli anni Venti, fino a che la
Depressione non la rese onerosa.
Il
filone zoologico si giovò anche dell’attivismo dei salutisti, fautori della
sterilizzazione degli incapienti. Di Charles Davenport in particolare, il
teorico degli “amori intelligenti”, tra partner astemi, danarosi e nordici. Al
quale Margaret Sanger subentrò, che gli amori intelligenti praticò di persona, consigliata
da Havelock
Ellis, il sessuologo. E del sostegno del giurista liberal
Oliver Wendell Holmes.
La
sterilizzazione coatta dei poveri si praticò su larga scala, diecimila casi nella
sola California. Oliver Wendell Holmes jr., pilastro del liberalismo americano,
e per trent’anni della Corte Suprema, fino ai suoi novant’anni, la autorizzò
nel 1927, quando ne aveva 86, per i “mentalmente disabili” – di Grant,
Davenport, Sanger, Wendell Holmes molto si può leggere su questo sito.
Suicidio di razza
Edward Ross, sociologo a Stanford, attorno al 1900 introdusse (l paternità
gli fu disputata da Francis Amasa
Walker, altro sociologo) il concetto di “suicidio di razza”. Come effetto del
differente tasso di fertilità della donna americana protestante e dell’immigrata
cattolica. E cioè, spiegava, tra i“fit” (adatti), “migliori”, bianchi,
affluenti, educati, protestanti, e gli “unfit”
(disadatti), “indesiderabili”, poveri, ineducati, e fisicamente “difettivi”,
delle minoranze religiose, etniche, razziali.
Un paio di anni dopo, nel 1902, Theodor
Roosevelt, ormai presidente, disse il “suicidio di razza” “questione
fondamentalmente infinitamente più importante di ogni altra questione in questo
paese”. L’immigrazione italiana diceva
anche “la più fertile e meno desiderabile popolazione d’Europa”. Ma non bloccò l’immigrazione
– l’America aveva bisogno di braccia per la ferrovia e l’edilizia. Il “suicidio
di razza” imputò alle donne americane “egoiste”, che non volevano figli, argomentando
per una politica demografica.
Contro l’immigrazione
Dal 1891 Henry Cabot Lodge, deputato e poi senatore, si fece campione dei
limiti all’immigrazione, una specie di Trump di oggi. Inizialmente propose
l’ammissione mediante l’alfabetizzazione: i migranti dovevano essere capaci di
leggere. Ma l’ammissione così qualificata fu presto risentita come una forma di
concorrenza, rispetto ai lavoratori americani.
Varie altre proposte di legge per discriminare l’immigrazione, votate al Congresso
a larga maggioranza, furono bloccate dai veti presidenziali, di Cleveland, Taft
e poi più volte Wilson. Prevarranno negli anni 1920, quando l ’eugenetica diventa
dominante.
Gli immigrati italiani, che nel 1850 erano in tutto 431 (ma già nel 1857 si
costruivano un mausoleo, sormontato da una statua canoviana, a New Orleans), nel 1887 si erano
centuplicati, a 47.522, e negli anni 1900, nel primo decennio, saranno due
milioni e più, e ancora nel 1921 erano esattamente 222.256 in un solo anno, nel
1925 saranno un centesimo, 2.662. Erano intervenute due leggi sull’immigrazione
con quote selettive per le varie nazionalità, privilegiando gli immigrati dal
Nord Europa.
Una prima legge che selezionava l’immigrazione aveva superato nel 1917 il
veto del presidente Wilson con una maggioranza di de terzi nel Congresso. Introduceva
la prova di alfabetizzazione e si risolse in un danno per gli anti-immigrazione:
l’immigrato alfabetizzato diventava più temibile. Altre due leggi - senza più
Wilson - introdussero quote selettive, nel 1921 e nel 1925.
Sterilizzazione bis
In Inghilterra l’eugenetica avrà un rilancio dopo la prima guerra mondiale.
Non contro l’immigrazione, ma nella forma delle genetica utopista di Davenport
e Sanger. che
la povertà imputava ai geni poveri dei poveri. A Londra l’eugenetica di
Davenport fu rilanciata da Keynes, Bertrand Russell, Wells e Maria Stipes, la
quale nel ‘21 fondò una Società per il Controllo Costruttivo delle Nascite e il
Progresso Razziale. Con l’obiettivo di sterilizzare i maschi di colore.
Era
la parte nobile del “razzismo scientifico”: estirpare il male. Che la Germania
non omise di copiare, adibendovi tipicamente una professione, l’“igienista
razziale”. Nel ‘31 gli igienisti razziali Hans Harmsen e Fritz Lenz
individuarono la radice della criminalità nelle malattie ereditarie, e
proposero un piano per isolare le “stirpi malate”, per lo “sradicamento dei
geni”. Eric Voegelin chiarì nel ‘33 in “Razza e stato” che il razzismo è utensile dell’imperialismo. Ma Harmsen
insistette, e nello stesso anno elaborò con Gunther Ipsen, altro scienziato, un
piano per la purezza del popolo tedesco attraverso la separazione razziale e
una politica selettiva delle nascite.
Nel
1934 Hitler se ne appropriò, creando la scienza genealogica del popolo tedesco.
Fino alla Aktion 4, l’eliminazione dei disabili – che poi fu bloccata da una
manifestazione pubblica delle madri.
Harmsen
contribuì con la sterilizzazione dei disabili nella Innere Mission, il fronte interno, una catena di cliniche
protestanti di cui era l’ufficiale sanitario. Sarà medico ancora dopo la guerra,
fondatore della Pro Familia, nuova denominazione delle vecchie leghe
eugenetiche, di cui è stato il presidente.
astolfo@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento