lunedì 13 aprile 2020

Il mondo com'è, già un secolo fa

Un’utopia negativa – una distopia. All’insegna della prudenza, in latino epigrafico: “SI MONUMENTUM  REQUIRIS CIRCUMSPICE” – come dire, in napoletano, “statte accuorto”. E
di Berdjaeff, il filosofo spiritualista russo del primo Novecento, che nella storia vedeva l’incarnazione dello spirito, e ammoniva: “Le utopie sono realizzabili, la vita marcia verso le utopie. Come evitare la loro realizzazione definitiva?” – sottintendendo: l’utopia realizzata si trasforma necessariamente in distopia.
Scritto nel 1932, il romanzo ambienta negli anni 1950 il mondo, reduce da una guerra rovinosa di nove anni, organizzato in grandi Stati, gestiti da dieci G (governatori) mondiali, secondo uno schema uniforme. Il mondo non ha più la memoria storica – solo i dieci G ce l’hanno: sa solo che prima c’era la barbarie. Il ciclo vitale è analogo alla produzione: si programmano le nascite con l’ectogenesi, la generazione e lo sviluppo extrauterino dell’embrione, e si regolano intellettivamente secondo i bisogni futuri. Senza più vincoli familiari – “ognuno appartiene a tutti gli altri”.
L’umanità è divisa in cinque caste: alfa, i dirigenti, beta, gli impiegati d’ordine, e tre classi inferiori, gamma, delta, epsilon, di esecutori materiali. Ogni classe ha un colore suo di abbigliamento, grigio per gli alfa, viola per i beta, verde per i gamma, kaki per i beta, nero per gli epsilon. Si pratica un metodo Podsnap, in grado di far maturare gli esseri umani in due anni.
Dopo il disordine bellico si è imposto l’ordine totale. Huxley ne immagina la configurazione all’insegna di “Comunità, Identità, Stabilità”. Sulla base del fordismo, della produzione in serie, cioè, e di massa. Del lavoro alla catena di montaggio, e del consumismo - la creazione della ricchezza attraverso la spesa per consumi. Con l’ossessione quindi dei beni da acquistare o conservare. E col lavoro non più artigianale ma parcellizzato, in cui la produzione sfugge al singolo lavoratore per organizzarsi autonomamente. Lasciando al singolo una funzione limitata, ripetitiva, e quindi rendendolo sostituibile e innecessario. Come poi avverrà di fatto: quella di Huxley si può anche dire una profezia. O della società organizzata che porta all’anarchia morale.
È cambiato il calendario. Non più A.D., anno Domini, a partire dalla nascita di Gesù Cristo, ma A.F. anno di Ford. Che comincia col varo del Modello T, la prima automobile di serie, che fu costruita proprio da Ford nel 1908 (fino ad allora la produzione era artigianale, ogni meccanico, si può dire, poteva farsi fabbricante di automobili). E la sua vendita come “la macchina per tutti”. L’invocazione è “nostro Ford”. “Grazie a Dio” è diventato “grazie a Ford”. Si impreca “per Ford!”. L’esclamazione è “Oh, Ford!” – “Ford, quanto lo odio!”, “Ford, quanto mi piace!”. “YMCA e IWCA, le organizzazioni cristiane di ostelli per la gioventù, maschile e femminile, sono diventate YMFA e YWFA. “Aiutati che Dio ti aiuta” è diventato “aiutati che Ford ti aiuta”. La Bibbia si tiene in libreria sotto il bancone, come un libro porno, Ford troneggia sugli scaffali e nelle biblioteche. Il segno della croce è stato sostituito dalla T del Modello T. Le epoche saranno denominate in base ai modelli di successo di Ford.
Henry Ford era molte cose – di cui nel romanzo c’è qualche eco. Non rifiutava il lavoro a nessuno, e dei suoi lavoratori faceva controllare la vita familiare, a fin di bene - che non sprecassero la paga al gioco o all’osteria, che tenessero le famiglie in condizioni igieniche decenti, che educassero i figli. Era anche fanatico antisemita: finanziava giornali e campagne contro gli ebrei. Ma è passato nella sociologia del lavoro come nel romanzo di Huxley, per le produzioni di massa, col lavoro alla catena in grandi fabbriche. Fondato sul taylorismo, l’organizzazione dei tempi e metodi del lavoro alla catena, elaborato da un ingegnere Taylor nei primi anni del 1900 e subito applicato nelle acciaierie. Una organizzazione della produzione e del lavoro che sarà quella del mondo reale fino a fine Novecento. Mentre perdura tuttora, estesa allo shopping compulsivo, l’ideologia dei consumi.
L’ordine in questo sistema produttivo è totale. Si pratica il condizionamento mentale, con la ripetizione continua di slogan, attraverso il sonno - l’ipnopedia. Non ci sono passioni, essendoci il libero sfogo degli istinti - “che divertimento sarebbe se non si dovesse pensare alla felicità”.  Si viaggia alla ricerca delle droghe, che liberano dalle paure e le passioni. L’amore, se ne parla come fra “pezzi di carne”. La castità, spiega Mustafà Mond, il Governatore dell’Europa Occidentale, bibliotecario del vecchio mondo antico, “significa passione, significa nevrastenia. E passione e nevrastenia significano instabilità. E instabilità significa la fine della civiltà. Non si può avere una civiltà duratura senza molti piacevoli vizi”. Le nascite sono programmate – il romanzo comincia in una fabbrica di embrioni. Fare un bambino è uno scandalo e un’oscenità.
L’ordine e la pace sono in contrasto con le ambizioni intellettuali e le passioni sentimentali. John, uno degli ultimi nati da genitori, fuori dalla programmazione, è il filo che ne lega i contrasti. È attratto dal mondo nuovo, e ne è orripilato. Non finirà bene. Dapprima in eremitaggio volontario, facendosi convinto che la donna di cui si è innamorato, Lenina Crowne, non lo merita. Poi, bersagliato da giornalisti e turisti in elicottero, alla caccia dell’ultimo “selvaggio” nel deserto, suicida.    
Il titolo e la citazione di Berdjaeff dichiarano l’intento ironico della narrazione. Il titolo originale, “The Brave New World”, è tratto dalla “Tempesta” di Shakespeare, dove Miranda, la bella figlia inesperta del duca di Milano Prospero, è esilarata dalla natura: “Oh meraviglia? Com’è bello il genere umano! O eccellente mondo nuovo….”. Huxley racconta la sua visione del futuro con humour. I personaggi hanno nomi di personalità storiche in attitudini o accostamenti irriverenti. Lenina ama lo shopping, orgogliosa di possedere il top del momento, la  cintura di Malthus, segno di libertà sessuale – la cintura, così chiamata in omaggio al teorico del controllo delle nascite, è piena di contraccettivi. Nomi e cognomi si contraddicono beffardamente: Benito Hoover (Benito Mussolini e la ditta che già produceva in serie l’aspirapolvere), Bernardo Marx (Marx con Bernard de Mandeville, l’autore della “Favola delle api”, teorico dell’effimero como motore del progresso, dei consumi voluttuari, del lusso: Bernardo Marx è un alfa che coltiva il lusso, ma non è alto abbastanza, e questo lo rende critico), Darwin Bonaparte, Clara Deterding (la moglie di Ford col fondatore della Shell), Herbert Bakunin (un sacerdote autore di inni sacri e il rivoluzionario russo), Sarojini (poeta nazionalista indiano del primo Novecento) Engels, Jean-Jacques (Rousseau) Habibullah (re dell’Afghanistan).
A.F. è anche inteso Anno di Freud, come di “colui che distrusse la famiglia”. A metà trattazione viene pure la battaglia necessaria contro i virus. Ma in senso negativo: “La Civiltà è Sterilizzazione”.
Aldous Huxley, Il mondo nuovo

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