La popolazione mondiale crescerà ancora, ma nel secondo quarto di secolo
a un tasso dimezzato rispetto al primo quarto: dall’1,2 allo 0,6 per cento
medio annuo. Secondo le proiezioni dell’Onu, corrette leggermente, in senso restrittivo,
dal viennese International Institute for Applied Systems Analysis: la
popolazione mondiale, che era di 6,1 miliardi nel 2000, è cresciuta a quasi 8
nel 2020, e si attesterà a 9,23 nel 2050.
Pur a ritmi ridotti la popolazione mondiale cresce, si può dire
guardando la proiezione da altro punto di vista. In questo quadro, di crescita
rallentata, l’Europa avrà però un saldo negativo: la popolazione europea, di
748 milioni nel 2020, sarà di 710-720 nel 2050.
Particolarmente acuta è la crisi demografica in Russia, dove la fertilità
è più ridotta di quella, che si pensava record negativo, della Germania e dell’Italia.
Metà del calo previsto della popolazione europea al 2050 sarà russo: il Tft,
tasso di fecondità totale (il numero dei figli generato mediamente da una donna
in età riproduttiva), è sceso a 1,2 negli anni della transizione dopo il crollo
dell’Urss, gli anni 1990, e non si è ripreso – in Italia, dove la popolazione
autoctona pure diminuisce, è 1,52, in Germania 1,49.
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