venerdì 3 aprile 2020

Il mondo si è fermato

Il tasso annuo di variazione della popolazione diventa negativo in Europa, e presto, al 2025, lo diventa anche in Cina. Mentre nel resto del mondo il tasso è in discesa. Specialmente rapido dove era più elevato: in Africa e in India. In India anzi è in discesa rapida da venticinque anni, e nei prossimi venticinque si attesterà sopra lo zero.
La popolazione mondiale crescerà ancora, ma nel secondo quarto di secolo a un tasso dimezzato rispetto al primo quarto: dall’1,2 allo 0,6 per cento medio annuo. Secondo le proiezioni dell’Onu, corrette leggermente, in senso restrittivo, dal viennese International Institute for Applied Systems Analysis: la popolazione mondiale, che era di 6,1 miliardi nel 2000, è cresciuta a quasi 8 nel 2020, e si attesterà a 9,23 nel 2050.
Pur a ritmi ridotti la popolazione mondiale cresce, si può dire guardando la proiezione da altro punto di vista. In questo quadro, di crescita rallentata, l’Europa avrà però un saldo negativo: la popolazione europea, di 748 milioni nel 2020, sarà di 710-720 nel 2050.
Particolarmente acuta è la crisi demografica in Russia, dove la fertilità è più ridotta di quella, che si pensava record negativo, della Germania e dell’Italia. Metà del calo previsto della popolazione europea al 2050 sarà russo: il Tft, tasso di fecondità totale (il numero dei figli generato mediamente da una donna in età riproduttiva), è sceso a 1,2 negli anni della transizione dopo il crollo dell’Urss, gli anni 1990, e non si è ripreso – in Italia, dove la popolazione autoctona pure diminuisce, è 1,52, in Germania 1,49.

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