Nelle indagini disposte dalla Procura di
Milano sono invece esse stesse, e solo esse, indiziate di reato. Anche se hanno
agito all’interno di protocolli, di cui esse sono il terminale esecutivo e non
quello direttivo.
Le indagini sono una specie di corsa al
colpevole. Nella scia della vecchia caccia all’untore.
I cronicari per lungodegenti, qualcuno
anche abilitato alla riabilitazione, hanno un compito indispensabile nel
sistema sanitario, benché siano tutti a gestione privata: riducono molto il
costo della degenza. Che in ospedale invece, per le rigidità sindacali e le
malversazioni delle Asl-Ats, è altissimo.
I gestori sapevano bene di cosa si trattava
e ritenevano ovviamente di non avere responsabilità penali: il sistema era
organizzato in quel modo. L’ospedale cioè manda in Rsa, che costa un terzo o un
quarto, il lungodegente o il cronico per il quale non c’è cura risolutiva. La
loro incriminazione è un’ipocrisia e non risolve il problema – se è un
problema.
Di molti ricoverati in Rsa si scopre
adesso che avevano parenti, e anche agguerriti. Ma non molti ricoverati ne
avevano prima.
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