“Con
passi giapponesi” va una “piccola sarda” – la sarda è piccola, si sa, questa e anche
“culo basso”, da qui i passettini, giapponesi. Unica amata, a prova di
abbandoni. E alla fine “unica vedova” – in un mondo senza più morti? Una
fiamma, forse svanita, ma confusa - a parte l’astio. Consapevolmente: è “luogo
comune l’inquietudine spesso dolorosa con la quale molte donne scrutano gli
altrui corpi femminili”. O è l’amore non amato? Col cruccio di non averlo mai
fatto con un uomo? “Io che non ho mai conosciuto l’amore con un uomo, ma sempre
ho sentito parlare di disastri e di potere, ora con te, donna assoluta”, il grido
erompe a un certo punto, “ora io conosco ogni oppressione”.
Ma le giapponeserie non si vorrebbero delicate, di cose, di parole-cose? Prose oneste, probabilmente, non atteggiate - facendo a meno del blurb promozionale di Berardinelli, che evoca Longhi e Parise. Ma di suono rondista: prose d’arte. Forse Cavalli si vede ragazza, e anche il lettore, come nelle foto di copertina, e non si capacita, non vuole. E abbandona la concisione arguta, allegra, che la caratterizza. Per una satira, ancorché contrita. Del guardarsi o specchiarsi, che alla fine non è più euforizzante: “A quarantadue la bocca si fa grave”, dopo i cinquanta “le gambe si insecchiscono”, e “quei segni crudi agli angoli degli occhi, chiamati appunto zampe di gallina”. Un procedere swiftiano, “ma quanta fatica”.
Ma le giapponeserie non si vorrebbero delicate, di cose, di parole-cose? Prose oneste, probabilmente, non atteggiate - facendo a meno del blurb promozionale di Berardinelli, che evoca Longhi e Parise. Ma di suono rondista: prose d’arte. Forse Cavalli si vede ragazza, e anche il lettore, come nelle foto di copertina, e non si capacita, non vuole. E abbandona la concisione arguta, allegra, che la caratterizza. Per una satira, ancorché contrita. Del guardarsi o specchiarsi, che alla fine non è più euforizzante: “A quarantadue la bocca si fa grave”, dopo i cinquanta “le gambe si insecchiscono”, e “quei segni crudi agli angoli degli occhi, chiamati appunto zampe di gallina”. Un procedere swiftiano, “ma quanta fatica”.
Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi, Einaudi, pp. 168, ril. € 17,50
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