mercoledì 22 aprile 2020

La filosofia della morte, una barzelletta

“La lettura da cima al fondo del suo capolavoro, «Essere e tempo», è l’approssimazione esistenziale di un’esperienza di quasi morte” – per il lettore. Dell’opus magnum di Heidegger, per il quale invece (antisemitismo?) la Todtriebe di Freud, la pulsione di morte, è fonte di “inestimabile gioia” – è come assistere a un funerale, direbbe un Woody Allen immaginario.
“Le barzellette sull’aldilà che spiegano l’aldiqua” è il sottotitolo dell’edizione italiana”. Ma non un libro umoristico, benché dedicato a Woody Allen, “il nostro mentore filosofico, la cui sagace analisi fenomenologica suona vera ancora oggi: «È impossibile sperimentare la propria morte oggettivamente e stare ancora intonato»”. Riflessioni in realtà molto filosofiche, benché semiserie, e intercalate da barzellette in tema, sul perché si rifiuta la morte. Con letture di Freud e la Todtriebe, Schopenhauer, Kierkegaard, Heidegger, Sartre, Platone, e fino all’ipod. Spesso annichilenti – di che stiamo parlando quando parliamo di vita, o di morte. Con note, bibliografia, letture consigliate, e un indice utilissimo dei nomi e delle materie.
Una coppia alla Fruttero & Lucentini applicata alla filosofia (della morte) invece che alla stupidità. Con molto Woody Allen in veste di filosofo. “Tutti vogliono andare in paradiso, ma nessuno vuole morire” è la morale dei due autori.
Thomas Cathcart-Daniel Klein, Heidegger e l’ippopotamo, Rizzoli, pp. 237, ill., ril. €14

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