110 mila contagiati in Italia e 13 mila
morti, il 12 per cento, o più. Ottantamila contagiati in Germania e 900
decessi, l’1 per cento, poco più. Come è possibile?
Anche a mettere nel conto il razzismo latente, tipo anni 1930, fra latini e ariogermani (le diatribe di cui si legge in Evola),
per cui muoiono gli italiani e gli spagnoli ma non i germanici (ma gli spagnoli
non sono per un terzo anche tedeschi, oltre che arabi, sempre per un terzo?), la
discrepanza è eccessiva. Tanto più che il tasso di mortalità complessiva in Germania resta attorno
all’11 per mille – analogo a quello dell’Italia. Italia e Germania hanno anche identica
distribuzione della popolazione per classi di età – hanno la stessa percentuale
di persone anziane.
Sì, la Germania fa più tamponi. E un triage più diffuso, evitando
la confusione e i contagi in ospedale (Lombardia). Ma questo non fa la
differenza. Pretende anche che il contagio sia
limitato al turismo all’estero, per lo sci, il carnevale, e le gite
scolastiche. E questo non è vero: la Germania è il paese europeo con più contatti
con la Cina, e con Wuhan, il focolaio dell’epidemia. E a fine febbraio aveva registrato ottantamila casi di influenza, sempre con un migliaio di morti.
La differenze è nelle cause di morte. La contabilizzazione è diversa. In Italia la certificazione di morte per coronavirus viene dall’Istituto
superiore di Sanità, dopo complessi esami. È rigorosa, così assicurano, ma imputa a coronavirus anche i decessi di chi soffriva
di ipertensione arteriosa (il 76,5 per cento dei deceduti da cononavirus), di
cardiopatia ischemica (37.3), di fibrillazione atriale (26,5) e di tumore
terminale (19,4). Senza queste patologie mortali, i morti di solo coronavirus sarebbero un
decimo, probabilmente, o un dodicesimo del totale. È quello che avviene in Germania?
Quello che sicuramente avviene in
Germania è che non ha adottato il lockdown – solo la Baviera ha chiuso tutto. Ha
chiuso le scuole e limitato il commercio al dettaglio e la circolazione ma non ha bloccato la produzione.
Come in Cina – dove il lockdown è stato limitato allo Hubei, la regione di
Wuhan.
La Germania pratica di fatto, senza enunciarla, l’immunità di gregge. Ridimensionandone
l’effetto con le statistiche. Ma producendo, vendendo, e rubando posizioni
alla concorrenza in stato di lockdown.
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