L’allora presidente dl consiglio si
attribuisce il merito della decisione della Bce di difendere l’euro contro la speculazione.
Una decisione autonoma della Bce, e di Draghi in persona, il presidente all’epoca
della Bce, col famoso “costi quello che costi”, whatever it takes. Che prese questa decisione contro Merkel. Contro l’uomo di Merkel nel comitato direttivo della
Bce, Weidmann, sempre polemico, allora e dopo. Mentre il governo portava la decisione di Draghi al Bundestag e alla Corte costituzionale tedesca, che però non trovarono
argomenti giuridici validi per invalidarla –
non poterono contestare l’autonomia e gli statuti liberamente accettati della
Bce.
Due errori, ma non per Monti, che sa di
Bruxelles tutto e di più. Monti
voleva attaccare Draghi?
È più che certo. Ben due volte nell’articolo
Monti richiama “le condizioni draconiane imposte da Trichet e Draghi
nella lettera del 5 agosto (2011), accettate dal governo Berlusconi”.
Una lettera che è fumo negli occhi di Tremonti e di tutto il entro-destra.
Perfidia? Ancora in favore di Conte forse, sicuramente contro Draghi.
In conclusione, Monti si attribuisce il
merito, al posto di Draghi, di aver salvato l’euro.
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