domenica 12 aprile 2020

Monti contro Draghi

Io sono convinto, con testardaggine illuministica, che un giorno anche la Germania darà luce verde agli eurobond, così come ero convinto che avremmo indotto la Merkel ad accettare che la Bce stabilizzasse il mercato dei titoli di Stato contro la speculazione. Questa seconda cosa, nel giugno 2012, è avvenuta”. È la conclusione del “fondo” di Mario Monti che ha aperto il “Corriere della sera” sabato 11.
L’allora presidente dl consiglio si attribuisce il merito della decisione della Bce di difendere l’euro contro la speculazione. Una decisione autonoma della Bce, e di Draghi in persona, il presidente all’epoca della Bce, col famoso “costi quello che costi”, whatever it takes. Che prese questa decisione contro Merkel. Contro l’uomo di Merkel nel comitato direttivo della Bce, Weidmann, sempre polemico, allora e dopo. Mentre il governo portava la decisione di Draghi al Bundestag e alla Corte costituzionale tedesca, che però non trovarono argomenti giuridici validi per invalidarla – non poterono contestare l’autonomia e gli statuti liberamente accettati della Bce.
Due errori, ma non per Monti, che sa di Bruxelles tutto e di più. Monti voleva attaccare Draghi?
È più che certo. Ben due volte nell’articolo Monti richiama “le condizioni draconiane imposte da Trichet e Draghi nella lettera del 5 agosto (2011), accettate dal governo Berlusconi”. Una lettera che è fumo negli occhi di Tremonti e di tutto il entro-destra. Perfidia? Ancora in favore di Conte forse, sicuramente contro Draghi.

In conclusione, Monti si attribuisce il merito, al posto di Draghi, di aver salvato l’euro.

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