sabato 18 aprile 2020

Ombre - 509

Votano al Parlamento europeo favore del Mes, meccanismo europeo di stabilità, i berlusconiani e il Pd. Quelli del “vicolo esterno”. Che tanti danni ha inflitto all’Italia, con l’accesso prematuro  all’euro. La camicia di forza per il debito pubblico, di Ciampi, Draghi e Prodi: una scommessa che ancora paghiamo. E senza fine, considerato il crollo della produttività che ha indotto, senza più infrastrutture.

Non hanno fatto in tempo a dimostrare il loro valore nelle municipalizzate romane che i manager 5 Stelle sono stati elevati a grandi manager nazionali: alla lucrosissima Terna e all’Enav. Non si può dire di Grillo che non sia un ascensore sociale. Un altro don Bosco, il santo degli ultimi.
I vaffa servivano a intimorire e fare scendere gli altri, gli usurpatori, Grillo è un santo.

Aspettando l’Europa, il gran consiglio europeo di giovedì che dovrebbe finanziare la crisi, dopo due mesi di doglie, Banca Intesa ha già concesso 130 mila moratorie, per oltre 15 miliardi. E ha anticipato la cassa integrazione ai correntisti. Non è impossibile, neanche difficile.

Inni a Christine Lagarde, quella a cui non gliene fregava degli spread, cioè dei debiti sovrani. Grande europea, eccetera. Avendo messo fondi illimitati a disposizione delle banche, e allentato i vincoli di sorveglianza. Senza dire che lo ha fatto perché sono indispensabili a un paio di banche francesi, Société Générale e Paribas, e a Deutsche Bank. Non si può dire che non c’è un partito europeista. Ma pagato?

Si fosse trattato in questa crisi, invece che di SG, Paribas e Deutsche Bank, di un ennesimo Monte dei Paschi di Siena, lo si sarebbe fatto fuori? Sicuramente sì, il rigore ci vuole.

Molti analisti infieriscono in rete sulle banche, che peraltro nei crolli in serie di Borsa non galleggiano peggio dei titoli industriali. Specie su Unicredit. Non è un caso. A chi fanno gola le banche italiane? Si direbbe un segno di prosperità.

Trump è Trump. Ma  anche vero che l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, spende ogni anno in viaggi 28.500 dollari per ognuno dei suoi funzionari. Più che della salute si direbbe l’organizzazione del turismo, intelligente certo. Come tutto il business della cooperazione internazionale: una eterna borsa di studio, danarosa, per africani, asiatici, e latinoamericani.
 Il Terzo mondo è finito dalla padella nella brace, della corruzione, spicciola, a fin di bene.

“A me sembra una follia”, aveva detto all’inizio, “si è scambiata un’infezione appena più seria dell’influenza per una pandemia letale”. Non soddisfatta, si era scagliata contro lo Spallanzani e contro Roma. Non le è bastato, torna alla carica contro la Protezione civile: “Spaccia dati vecchi di una settimana”. Non è nessuno, è la professoressa Gismondo, direttrice di Virologia e Diagnostica Bioemergenze del Sacco di Milano – nomen omen, il Sacco di Milano.

“La Cina è pronta a fare da guardiano all’ordine mondiale e da riparatrice dell’economa globale”: l’ambasciatore cinese a Roma non si fa scrupoli, e “la Repubblica” gli fa largo spazio. A un paese che in qualche modo ha provocato la pandemia, e semmai è beneficiario dell’ordine mondiale – della globalizzazione. Senza chiose, tutto si può dire. L’ordine comunista qualche piega no dovrebbe sollevarla?

Il giorno dopo “la Repubblica” insiste. Sotto il titolone “Pechino dice la verità?”, un servizio per smontare tutti i dubbi che sono stati sollevati sule responsabilità cinesi nella pandemia. Un vero e proprio servizio.

La Cina ha ragione, la Cina è bella-e-buona-e-brava, la Cina è meglio di noi, tempo di iperboli. Gratuite, cioè sciocche? Tanto più che la Cina potrebbe aver già dichiarato finita l’epoca felice di Xi Jinpg, e liquidarlo presto. In Cina si liquidano ancora i politici.

Negli Stati Uniti l’indagine sull’origine del virus in Cina viene affidata ai servizi segreti militari. Trump o non Trump, un segno certo della decadenza americana – della democrazia se non della potenza, quella ben salda, finanziaria e militare. Che i servizi segreti, Cia, Fbi, Nsa, siano inaffidabili, cioè traditori. La conferma che hanno lavorato contro gli Stati Uniti. Camuffandosi dietro un dossier commissionato, per molti soldi, a un ex agente inglese, il famoso Russiagate.

Nella versione più benevola il Russiagate è una sconfitta dei servizi segreti americani, che, benché miliardari, non hanno saputo prevenire le interferenze. Ma, a questo punto, è di fatto un’invenzione americana, dei servizi segreti americani, contro l’America. Con l’obiettivo di avere più fondi e più brache di ricerca, ma senza scrupoli e con l’effetto di indebolire (scoraggiare) la democrazia.

 “L’americanizzazione del sistema sanitario italiano ha una responsabilità nella disastrosa epidemia di coronavirus nel paese” - “The Nation”. Questo è vero, è verissimo. Ma finora non si è letto in italiano.

Mentana dice Conte un Chàvez all’amatriciana. Uno che, a reti tv unificate, come nei momenti di calamità, e di unità nazionale, le sfrutta per attacchi di partito, e anzi personali. L’immagine non è sbagliata. Ma Mentana dimentica l’essenziale. Che anche i media italiani, tv e giornali, si sono comportati come in Venezuela: nessuna critica, a parte Mentana.

“XI Jinping in prima linea accanto al popolo cinese nella lotta contro il coronavirus”: ci pensa Pechino con quattro laute pagine di pubblicità sul “Sole 24 Ore” a ricordare al mondo che la Cina è comunista. Lo stile Radio Tirana o Radio Praga si reitera nei testi che riempiono le pagine. Che si direbbero un cimelio, un’anticaglia. Non fosse che la Cina è il paradiso per gli italiani. Specie per gli industriali dal guadagno facile: la nuova fontiera, un eldorado.

“I miei amici qui a Harvard definiscono l’Europa «the sinking museum», il museo che affonda. Usano questa espressione da dieci anni”, dalla crisi del 2008. Lo dice al “Sole 24 re” un banchiere d’affari, che nello stesso 2008 ha cambiato mestiere andando a insegnare a Harvard: “La crisi del 2008 e la crisi del debito sovrano del 2012 hanno mostrato la disunione politica, culturale ed economica dell’Unione Europea”.

È la crisi dell’Europa di Angela Merkel, del “troppo poco troppo tardi” – della lesina, o dell’interesse esclusivo della Germania. Ma questo non lo dice il professor Roscini del “Sole 24 Ore” e non lo dice nessuno: l’Europa è entrata in coma da sola? È vero che Merkel è protetta da un apparato di comunicazione di primordine.

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