Per
dirlo, Renzi deve scrivere una lettera al direttore sul “Venerdì di Repubblica”.
Cita anche testimoni: “Questa è la realtà dei fatti. Possono testimoniarlo, nell’ordine,
Alexis Tsipras, Angela Merkel, Mark Rutte, François Hollande”. Come non detto.
Alle
lettere al direttore del “Venerdì di Repubblica” Renzi peraltro può accedere
solo in risposta a un articolo di Gad Lerner che dice “falso” su Europa e
Grecia nel 2015. Grazie cioè alla legge sulla stampa: c’è la damnatio memoriae nel Pd – cioè nel Pd
no, nei suoi giornalisti.
Alcuni
sindaci hanno detto e fatto cose colorite all’inizio del lockdown per far
capire ai concittadini che non dovevano uscire di casa. Da New York a Pechino
si sono divertiti, in una certa Italia no. Il “Venerdì di Repubblica” scomoda giuristi,
politologi e sondaggisti per censurare “le Sturmtruppen italiane dei sindaci
furiosi”, “effetto collaterale del virus”, “piccoli borgomastri da marciapiede”,
“alcalde del Sud”. Non c’è umorismo a sinistra, in una certa sinistra.
La
Lega non sa se incolpare dell’epidemia i tedeschi, presenti in gran numero in
Lombardia e nel Veneto, oppure il Sud. Ma non è sola, i suoi elettori la
pensano allo stesso modo: i sondaggi non segnalano crolli della Lega, al
contrario. Ha disamministrato, ha provocato un’ecatombe umana, ha immiserito
l’Italia, e niente: l’Italia era già perduta prima del virus (la Lega è più
forte del virus).
Il
pio professor Ricciardi, direttore (uno dei direttori) dell’Oms, punta di
diamante dello schieramento cattolico progressista, consulente del governo e di
ogni ente impegnato contro l’epidemia, si sollazza prendendo a pugni Trump.
Ogni tanto dicono la verità anche fuori dal confessionale.
Zitta
zitta, quatta quatta, nel mondo distratto dal coronavirus, la Cina di Xi fa arrestare
a Hong Kong i giovani che hanno alimentato la protesta. Una non notizia.
Ma
la Cina e il Pcc restano sempre più in cima alla scala del lusso, al top dell’Occidente,
del Sogno Occidentale: a Guangzhou (Canton) Hermès ha fatturato il giorno della
riapertura dopo il lockdown tre
milioni di dollari. Una sola borsa, Hymalayan Bird, di coccodrillo tempestata
di diamanti, è stata venduta per 295 mila dollari. Un comunismo che non si fa mancare nulla. E se ne vanta.
Il
cardinale australiano Pell è stato assolto dopo un anno di carcere su sollevazione
dell’opinione pubblica per un’accusa di pedofilia palesemente falsa. Al
processo l’accusa si è dovuta dichiarare, e consisteva nell’abuso di due
chierichetti, in uno sgabuzzino, alla fine di una cerimonia solenne, con
indosso i paramenti, due diaconi e un cerimoniere al seguito, e 16 ministranti –
in uno sgabuzzino non ancora costruito.
Ma
il processo non è stato una vendetta di mafia o massoneria. O meglio: l’accusa
sarebbe partita da Roma.
“Nel
2019 agenti e intermediari hanno incassato per i trasferimenti internazionali
(dei calciatori) 653,9 milioni di dollari. Quasi il triplo del 2014. Con i
trasferimenti nazionali (italiani), l’ammontare delle commissioni viaggia verso
il miliardo a stagione”, “Il Sole 24 Ore”.
Quello
dei procuratori è un mercato a sé. Si comprano e si vedono calciatori, spesso senza
mai mandarli in campo, senza esigenze tecniche o di marketing, solo per
generare commissioni. Che poi si dividono?
Il
fenomeno è particolarmente acuto in Italia. “Nell’ultimo quinquennio la spesa
dei club (di calcio) italiani per mediazioni su trasferimenti o rinnovi
contrattuali è stata di 775 milioni di euro”, “Il Sole 24 Ore”. Una cifra folle.
Nel
solo 2019 i procuratori hanno incassato 13,7 milioni dagli atleti che
rappresentano, e 188 milioni dalle società di calcio. A beneficio di chi?
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