martedì 7 aprile 2020

Verso la fine della Wto, e dell’atlantismo

L’organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organisation) è bloccata. E potrebbe perdersi. Gli Stati Uniti ne contestano le attività giurisdizionali, da arbitro dei contenziosi. Non da ora, dai tempi di Obama. Che invece la Ue ha sviluppato e impone.
Se la contesa si irrigidirà, sarebbe uno scontro in più tra Europa e Stati Uniti. Un ultimo strappo all’economia della solidarietà atlantica – che resta solida unicamente sul piano militare.
La Wto è l’organismo che ha presieduto, su interesse e indicazione degli Stati Uniti, alla liberalizzazione del commercio mondiale, senza più dazi né contingenti-quote. La funzione giurisdizionale la Wto ha acquisito nel 1995, con la presidenza Clinton, motore della globalizzazione, e le ha consentito di giudicare circa 600 casi. Ma ha innovato sulle regole – i suoi statuti - come forse è inevitabile nella giurisdizione, e questo gli Stati Uniti lo contestato.
La Ue ha provato a superare la contestazione d’accordo con la Cina. Proponendo un sistema analogo a quello (Instex) messo su due anni fa dalla stessa Ue per “proteggere” gli scambi europei con l’Iran dalle sanzioni americane – per evitare di incorrere nelle sanzioni. Una proposta su cui ha ottenuto alcuni consensi – risulta firmata da quindici paesi. Ma ha soprattutto ottenuto di schierarsi contro gli Stati Uniti, con la Cina.
Con gli Stati Uniti sono economie importanti nel mercato globale: Giappone, India, Turchia.

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