È rimasto solo Mustier, l’ad di Uncredit, ad aprire un buco pronfondo nei conti del gruppo, con ben 2,7 miliardi di rosso nel primo trimestre. Le altre principali banche si sono attestate su valori aderenti all’effettivo andamento del trimestre: Monte dei Paschi anch’esso in perdita, per 244 milioni, gli altri in attivo, Bper di soli 6,1 milioni, Ubi di 93,6 milioni, Bpm di 152, Intesa di ben 1,5 miliardi.
Tutte le banche hanno accantonato solide extra coperture per il rischio credito in conseguenza del virus e del blocco delle attività economiche, per un totale di 2,7 miliardi - quanto la sola Unicredit ha iscritto al passivo per i primi tre mesi. Ma anche qui Unicredit si è distinta, con 900 milioni di accantonamenti previdenziali. Intesa segue con 300 milioni, Mps con 112 milioni, Bpm 70, Ubi e Bper 50.
Intesa si mostra ancora il gruppo più solido. All’accantonamento di 300 milioni per coperture supplementari nel secondo trimestre, il gruppo fa valere la disponibilità di un buffer fino a 1,5 miliardi per ulteriori effetti del blocco produttivo. Un muro protettivo uguale all’utile dichiarato nel primo trimestre, che però dovrebbe essere più robusto: un beneficio netto consolidato negli anni.
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