Cina filona – quanto basta
Sfila il presidente Xi, sullo sfondo di una tribuna tutta di
rosso, davanti a file ordinate di parlamentari e delegati, tutti maschi, di età
inalterabile, come le chiome, che applaudono con la punta delle dita, al congresso
del Glorioso Partito Comunista Cinese – quale? sarà il XIImo, tre anni fa,
quello che introdusse il “pensiero di Xi Jinping” nello statuto del partito,
affiancato al “pensiero” marxista-leninista, maoista, e di Deng Xiaoping. Non
cambia il cerimoniale comunista dietro il fronte spumeggiante dell’intraprendenza
commerciale e della disinvoltura finanziaria: è la manifestazione del Potere
immobile. Minaccioso, senza se e senza ma, anzi brutale, benché atteggi manine
di biscuit. Xi, sguardo opaco, smorfia sorridente, ne sembra il Padrone
Naturale.
Sfilano queste immagini su un solo tg, Sky Tg 24, per caso,
prese dall’etere, la Cina non si nasconde, a riempitivo delle notizie sul
coronavirus, invece delle solite mascherine e i prelievi nasali. E questo è
ancora più agghiacciante: nessuno, ma proprio nessuno, nella trionfale comunità
giornalistica, sa che cosa è la Cina e cosa fa. Non una riga, nemmeno una parola,
sul duro, durissimo, partito Comunista Cinese.
Il PCC è abile a vendersi, ruffiano. Anche
in senso proprio, ristretto: i soldi,
abbondanti e facili, sono la marcia in più del PCC, la sua arma totale, invece dei
missili e della Bomba. Ma bisogna dire che lo fa con poca spesa.
Col sorriso, invitante, promettente, e con la lesina – quanto basta.
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