Cronache dell'altro mondo - spionistiche, poliziesche
Trentuno o trentadue specialisti dell’Fbi
e della Cia, coordinati dal vice-presidente Biden, lavoravano nel 2016 per
creare il Russiagate. Puntando a incastrare una personalità dello staff del candidato
Trump, benché non temibile come candidato – il generale Fynn. Cosa proibitissima dalle leggi, dopo il Watergate
ma anche prima. Ma soprattutto sinistra poiché vi è coinvolta la Cia, in
un’operazione interna, cioè in attività cospirativa. E l’Fbi, che è la polizia
federale. Contro un candidato, peraltro, che si presentava il più debole di tutte le
elezioni presidenziali del dopoguerra.
Il dossier del Russiagate fu
confezionato da un’ex spia inglese, e fu
comprato dal dipartimento di Stato di Hillary Clinton.
Il 13 marzo la polizia di Louisville,
Kentucky, ha fatto irruzione senza preavviso in casa di una giovane, e l’ha
uccisa, con sette colpi. L’assassinio è stato fato passare come un atto di
autodifesa da parte di poliziotti minacciati da trafficanti di droga. Ma non c’era
droga in casa, e l’assassinata, Breonna Taylor, 26 anni, era stimata operatrice
sanitaria, volontaria anti-coronavirus. La famiglia ci ha messo due mesi per ristabilire
la verità, pagando un costoso avvocato.
La famiglia dell’assassinata non potrà
però rivalersi sullo stato del Kentucky per un risarcimento contro il cosiddetto
“errore” della polizia. Tre anni fa la Corte Suprema ha dichiarato che le leggi
per il risarcimento di “errori” giudiziari o “provocazioni” sono una “interpretazione
incostituzionale della protezione che il Quarto Emendamento dispone contro perquisizioni
e carcerazioni illegali”.
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