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Cronache virali
Si riprende il calcio, gioco di squadra e di contatto, per
abolire di fatto tutte le regole imposte, e sempre in vigore, contro il virus:
il distanziamento, le maschere, la disinfestazione. Tutto questo rivisto e
previsto dalle “autorità scientifiche”.
Trenta-quaranta persone in corsa forsennata per
novanta-cento minuti su 7 mila mq. a cercare scontri ravvicinati, sudando,
urlando, sputando. Mentre al bar si deve stare, composti e tranquilli, a due
metri di distanza,. E in spiaggia a 4.
La pandemia resta sempre padana – con
code nelle seconde case padane, in Liguria, Versilia, e la costa
romagnolo-marchigiana. Il coronavirus ha contagiato fino a ieri 223.096
persone, delle quali 31.368 ne sono morte. Un tasso di letalità fra i più
elevati al mondo, il 14,1 per cento. Che diventa il 18,2 in Lombardia, dove è
morto uno su cinque contagiati.
I morti stagionali in Lombardia sono stati fino a metà aprile quasi tre
volte quelli medi dei precedenti cinque anni – un aumento del 189 per cento.
L’Emilia-Romagna segna un più 70 per cento, il Piemonte il 52. In 312
Comuni delle tre regioni, compresi una mezza dozzina del Veneto e delle Marche,
l’incremento della mortalità è stato “superiore al 500 per cento”, secondo i
calcoli dell’Ispi, l’istituto milanese di studi politici.
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