mercoledì 6 maggio 2020

La chiesa di Voltaire, contro “la Herezia”


Un divertimento, questo del filosofo collaboratore del “Foglio”. Ma serio – volendo prendere Voltaire sul serio. Voltaire era un ottimo scrittore, per “Candido” e qualche verso, ma un pessimo tipo: un traffichino. Non si può dire nemmeno anticlericale, perché si professava ateo in pubblico, ma in privato no.
Delle 187 lettere catalogate che scrisse in italiano, la maggior parte (a parte cioè quelle di letto alla nipote Mme Denis) sono indirizzate a uomini di chiesa: sacerdoti, frati, gesuiti, teologi, cardinali, e i due papi Benedetto XIV (tre lettere) e Clemente XIII. Di tenore sorprendente – o di odore, lo zolfo tramutandosi in incenso.
Con Benedetto XIV, un intellettuale, gli scambi furono culturali. A Clemente XIII inviò, congiuntamente con Mme Denis, la richiesta di un reliquia di san Francesco per una chiesa che “Francesco di Voltaire” intendeva edificare “nelle vicinanze dela Herezia”. Non uno scherzo blasfemo, come si potrebbe pensare: le reliquie furono spedite, la chiesa fu edificata, e Voltaire vi prese anche la comunione, per dare “un esempio edificante” ai popolani, contro “la Herezia”.
Antonio Gurrado, Voltaire cattolico, Lindau, pp. 192 € 17

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