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L’amore è solitario
“Dolce cosa è l’amore”, che tuttavia non si compie
- al dunque si sfarina. C’è già il san Valentino, nel 1409-1410. Al tempo in
cui l’amore si scriveva, per decine, centinaia di lettere, sempre vecchie e sempre
nuove. Le missive alternando alle conversazioni, di battute veloci, un verso l’uno,
di concetti argomentati, una strofe l’uno. Ma sempre vivendo l’amore nel rinvio.
Finché non si perde, in questa storia tra i pettegolezzi. Il racconto della solitudine
in amore: “Soletta sono e soletta voglio essere”, la dama spesso protesta, finché
l’amante infine ritorna, ripetuto proclama il suo amore, ma non resiste ai pettegolezzi.
Un racconto movimentato nella sua semplicità: il
corteggiamento, reciproco, il ritrovamento, la separazione, il nuovo incontro, le
gelosie, l’abbandono. Concluso da un lungo “Lamento di donna”. Un racconto profusamente
cantato. In versi cioè, di varia forma, ottonari o endecasillabi in ottave, in
quartine, in distici, tutti rigorosamente in rima semplice, baciata o al più alternata.
La formula del romanzo cavalleresco o d’avventura adattata alle pene d’amore.
Christine
de Pisan è in realtà Cristina, figlia di un matematico e astrologo bolognese che
professava a Veneza, dove Crisina nacque, invitato a Parigi dal re Carlo V. Quando
lei aveva quattro anni. A quindici si era sposata. A venticinque era già
vedova, e decise, invece di risposarsi, di mantenersi da sé, scrivendo. Per
avere grande facilità di rima – una sorta di Patrizia Valduga d’antan. Mantenendo il patronimico, “da
Pizzano”, dal borgo bolognese di cui il padre era originario. Quando
il padre cadde in disgrazia a corte, seppe mantenere la numerosa famiglia con i
suoi scritti. Che diffondeva in proprio. Un profluvio di storie e ballate, culminate nel
poema “La città delle donne”, e in testi vari, di morale, costume, comportamento
– perfino un trattato di arte militare. Ebbe anche influenza
politica rilevante, a corte e in città.
Fu celebrata da Marot, Verdier,
e da Jean Mabillon nel suo “Viaggio in Italia”. Ma le storie letterarie
otto-novecentesche l’hanno snobbata. Gustave Lanson ne fa scempio nella sua “Storia
della letteratura francese”, che ha fatto testo nel primo Novecento, straordinariamente
misogino: “Una dele più autentiche bas-bleu
della nostra letteratura, la prima di questa insopportabile sfilza di donne-autore
alle quali nessuna opera su nessun soggetto costa, e che, per tutta la vita che
Dio concede loro, non hanno altro da fare che moltiplicare le prove della loro
infaticabile facilità, uguale alla loro universale mediocrità”. Recuperata solo
da una quarantina d’anni, dalla storica medievista Régine Pernoud, nel quadro
degli studi di genere.
La Christine di Lanson è però, allo specchio,
quello che lei stessa presumeva della sua opera, il suo stesso progetto. Di scrittrice
di programma prolifica, ma di figura sempre “orgogliosetta”. Il modello femminile
delineato da Froissart, derivato dalla “belle
dame sans merci”dei trovatori e di Chartier, la bella che non vuole amare
per non essere ingannata. Con un pizzico di spregiudicatezza: la dama di Christine
vuole amare, vuole innamorare. È parte attiva nel gioco dell’amore, senza
infingimenti – cinque-sei anni prima, nella “Città delle donne”, lamentava ad
arte: “Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatto nascere
maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi
sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di
essere”. E il
racconto movimenta linguisticamente. Infiorettandolo di parole rare, calembour, giochi di parole. Vezzi del
tardo Medioevo, ma dispensati con sapienza. La numerologia. Il gioco del nome: Cristina,
Cristo, cri, grido. Gli anagrammi creintis, con cui firma alcune raccolte
(“Epistre au Dieu d’amour”, “Livre du dit de Poissy”), e en escrit, che chiude queste “Cento ballate”, o escrinet, scrignetto, dalla fusione di
Christine con Estien, il nome del marito morto.
A cura e con la presentazione di Anna Slerca.
Con l’originale francese.
Christine de Pizan, Cento ballate d’amante e di dama, Aracne, pp. 280 € 18
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