lunedì 4 maggio 2020

L’epidemia occidentale

I dati della pandemia al 3 maggio la dicono una sorta di peste occidentale. L’Ecdc, European center for disease prevention and control, aggiorna ogni poche ore i dati sui contagi e le morti per coronavirus, analiticamente, paese per paese, dall’Afghanistan allo Zimbabwe. Fornendo anche specchietti sintetici, più indicativi, per aree continentali: Africa Asia, America, Europa, Oceania.
L’ultimo aggiornamento, domenica sera, registra 3.388.665 contagi, e 243.312 morti. Con una distribuzione territoriale che ne fa con tutta evidenza un morbo “occidentale”, dell’Europa cioè (Turchia inclusa), e del Nord America. Il 79 per cento dei contagi si registra in queste aree. Con una percentuale ancora più elevata di morti: l’87,3 per cento.
Questo virus è letale in Occidente. Nei paesi dove, teoricamente, è stato confrontato con le migliori condizioni sanitarie.  
Oppure le statistiche sono benevole nei paesi controllati – tanto, la verità è inutile ai cittadini, il potere fa già da sé abbastanza paura. 


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