Adorno - Di padre ebreo luterano e di madre
cattolica. È passato come il barone (universitario) modello, benché a lungo in
esilio, negli anni di Hitler, negli Stati Uniti: carriere, chiamate, minigonne,
intransigenza. Questa specialmente con i dotati: Dahrendorf è uno, Krahl, che
ha portato alla morte, lo sarebbe stato.
Chiamò la polizia
all’università a Berlino contro Hans-Jürgen Krahl, il suo allievo prediletto.
Adorno accusò Krahl di “fascismo di sinistra”, la polizia lo arrestò durante lo
sgombero dell’università occupata, e al processo il professore testimoniò contro
di lui. Il giudice lo condannò a due anni ma lo scarcerò, e Krahl, montato in
macchina, andò a schiantarsi contro un paracarro. Il professore intanto, in vacanza
in Svizzera, vi era morto d’infarto.
Bimini – È l’isola
– la fonte – della giovinezza. Juan
Ponce de Leon, compagno di Colombo nel secondo viaggio, scoprì la Florida, navigando
a Nord da Hispaniola (oggi metà Haiti, metà Repubblica Dominicana), primo europeo
a mettere piede sulla terraferma americana. Ma la Florida non gli interessava,
cercava la fonte della giovinezza degli indiani di Hispaniola. Il luogo
leggendario che anche il diffusissimo “Romanzo di Alessandro” aveva fatto sognare
a molti nel tardo Medio Evo.
Cercato invano dal navigatore-conquistatore,
fu scoperto da Heine, “Ultime poesie”. “Bimini” è il lungo poema portato avanti
da Heine alla fine della sua vita: il nome è dell’isola dove scorre il fiume
della giovinezza. Il poema, scritto nel 1852, è confluito nel “Romanzero.
Poesie. 1853 e 1854. Lascito poetico”.
Cantanti francesi – Vanno famose per il timbro sonoro, molto. La cosa angustiava già Rousseau, e fu anzi la spinta maggiore ad abbracciare la musica italiana. “Sostenere in misura suoni uguali e giusti”, dice Julie infine contenta dopo la scoperta, invece degli “scoppi di voce ai quali ero abituata”.
Diritti d’autore – “Il nome della rosa” di Umberto Eco, il romanzo e l’autore più di cassetta della storia italiana (cinquanta milioni di copie del romanzo in tutto il mondo, di cui sette in Italia), furono acquistati con un anticipo di seimila dollari in America, da Harcourt Brace, e di quattromila sterline dall’editore inglese Secker. Niente a paragone col mezzo milione e il milione di anticipi che si danno a autori in America anche sì esordienti. Le cifre dà Mario Andreose sul “Domenica” del “Sole 24 Ore” senza scandalo, anzi come a dire di una sorta di successo immediato. Ricordando tra l’altro che il romanzo fu respinto in Francia dall’editore di Eco, e ha con difficoltà, per caso, trovato un altro editore.
Germania - “C’è oggi una Germania efficiente, economicamente aggressiva e culturalmente scialba – asettica, come certe donne perfette, bellissime e indesiderabili” – Claudo Magris, “L’infinito viaggiare”, 159 – 13 febbraio 1993.
Gotico – L’architettura tedesca, la nostra architettura”, il giovane Goethe, ma già viaggiatore in Francia, la dice in “Shakespeare”: “Mentre gli italiani non ne hanno alcuna da vantare come propria e ancor meno i francesi”.
Leni Riefenstahl – O dei bei corpi – di Nubiani, ossessivamente fotografati. Non si sa se infatuata della bellezza scultorea oppure del razzismo – anche lei, come Heidegger, non ha voluto parlare di Hitler dopo la sconfitta. O dell’una e dell’altra cosa. Specialista dell’immagine, se ne può capire l’infatuazione per i negri alti, forti e belli. A partire da Owens all’Olimpiade di Berlino, che (pure) ha immortalato – pure, regnante Hitler.
Lukáks – Aveva la particella nobiliare, von. Di ricca famiglia di banchieri, ebrei. Mite d’aspetto e di modi soavi, da commissario del popolo del governo di Béla Kun firmò la condanna a morte di molti intellettuali non in linea. Fu poi salvato dall’estradizione, al crollo della repubblica dei Soviet, dagli intellettuali tedeschi, Thomas Mann in testa.
Sereno – Il portiere di notte madrileno, in attività ancora a fine Novecento, a cui bisognava fare capo per accedere anche a casa propria una volta chiuso il portone principale, c’era pure a Vienna ancora di recente: Joseph Roth se ne lamenta molto, e ne ha fatto anche un trattatello, “La metamorfosi del pedaggio al custode”, lamentando “quanto ci manchi, per sentirci veramente liberi, la chiave del portone” – il sereno austriaco, oltre a curiosare nella vita degli altri, esigeva due corone per aprire il portone.
Swann – È un danzatore che la madre di Natalie Clifford Barney, l’“Amazzone” americana a Parigi Fine Secolo, ha visto e apprezzato in America, e che “lavora ora all’Ambassador di Londra”, le scrive. Raccomandandoglielo per i suoi spettacolini domestici - saffici.
Swann è anche il traduttore inglese dei “Promessi sposi”: Carlo Swann, che abita a Pisa, anni 1820.
Translatio studii – O l’inculturazione dei tempi remoti: è il meccanismo fondamentale che nel Medio Evo ha consentito la sopravvivenza e la trasmissione delle culture, messe a rischio dalle continue invasioni. L’idea della trasmissione dei saperi, partendo dalla Grecia – ma probabilmente già dall’Egitto e Babilonia alla Grecia. Dalla Grecia a Roma – “Graecia capta ferum victorem coepit”, detto dai latini e non dai greci. Da Roma trasmessi a innumerevoli popoli. Dapprima con l’impero, poi con la Chiesa. Lo sradicamento circostanziale – fattuale – si trasforma in radicamento culturale e ideologico.
Vaiasseide – “Vaiassa!”, lo scambio di contumelie qualche anno fa tra Alessandra Mussolini e Mara Carfagna, ha un precedente letterario illustre, un poema eroicomico, la “Vaiasseide”, di Giulio Cesare Cortese, contemporaneo e compagno di Giambattista Basile, l’autore del “Cunto di li cunti”. Compagno di burle: Cortese a un certo punto s’ingegnò di farsi sapere morto, con tanto di funerale, cui Basile tributò in “orazion picciola” un addio commosso, per accrescere se possibile la sua fama. Prima di “morire”, ritirandosi a vita nascosta, Cortese aveva riunito e pubblicato le opere su cui impiantava la sua fama, tra esse “La Vaiasseide”. Un componimento, spiega Salvatore Silvano Nigro, “Quell’arte cortese di sparire”, “sulle legittime prurigini delle «vaiasse», o serve napoletane, insorte contro i padroni, per rivendicare, tra potenza di reni e lietissimi grembi, feste, duelli, prime notti con prova di sangue, parti, fatture, fortune e disgrazie, virtù e prostituzione, malattie e male suocere, il riconoscimento al diritto al matrimonio con dote”. Una farsa eroicomica cui Basile aveva partecipato, per aiutare l’amico, in qualità di personaggio in commedia, con lettere in tono.
Vienna – “La più vera Vienna sopravvive forse nell’esilio”, C.Magris, “L’infinito viaggiare”. Nell’esilio mentale dei germanisti? Non si trovano Vienne in giro per il mondo, né i palazzi e le chiese risultano spostati. La Mitteleuropa è un fantasma, dei germanisti.
Voir dire - L’interrogatorio preliminare dei giurati nel processo americano, da parte del giudice ma anche della difesa, per appurarne l’equanimità, senza pregiudizio (senza un giudizio preconcetto), si chiama voir dire. Anglo-normanno, cioè vecchio francese, residuo della procedura inglese. Che prende senso legando voir non al senso che ha in francese di “vedere”, da latino “videre”, ma al francese voire, proprio, propriamente. Derivato sempre dal latino, ma da “verum”. Dire la verità.
letterautore@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento