Da
governatore del Lazio Nicola Zingaretti intima: “La mascherina è obbligatoria”.
Ma non mette un vigile o un carabiniere in una sola piazza che faccia una sola
multa – il cui effetto in una città come Roma sarebbe immediatamente
dissuasivo. Forse non ha fatto nemmeno l’apposita ordinanza. È proprio vero: la
politica in Italia è fuori scena - fa avanspettacolo, ma senza le tette?
“Pensi
alla crisi greca di dieci anni fa”, Prodi confida faceto a Corrias sul “Venerdì
di Repubblica”: “Era una cosa che poteva essere risolta con un prestito, ma la
Germania andava a elezioni e Angela Merkel non se l’è sentita di mettersi
contro la sua opinione pubblica. Così la piccola crisi della Grecia è diventata
una valanga”. Così, semplice.
“Nella
migliore delle ipotesi, e questo vuol dire se veramente va proprio tutto bene
da qui in avanti, i rendimenti futuri saranno deludenti”. I rendimenti dei
piazzamenti finanziaria del risparmi. Lo assicura sul “Corriere della sera”
Paolo Basilico, titolare della holding di investimenti Samhita. Non c’è
salvezza?
De
Giovanni non scrive, “sogna la pizza” invece di mangiarsela, e guarda Napoli.
Quando tutto sarà finito, i racconti d’autore sul coronavirus, sui quotidiani,
sui settimanali, online, resteranno fra i macigni più grossi: che ci è
capitato?
“Accidenti!
Da troppo giovane per andare in pensione, in appena due mesi sono diventato troppo
vecchio per uscire di casa”. Giannelli ha facile gioco con la sua vignetta sul
“Corriere della sera” contro gli esperti del governo. Dopo quella delle banche
nel 20007-2008, un’altra crisi degli “esperti”. Bravi solo a invadere i siti di
chiacchiere.
Un’occhiata
all’H-Index, l’indice d’impatto (indice di Hirsch: si basa sul numero delle
pubblicazioni, e sul numero delle citazioni conseguite), che qualifica gli
scienziati, mostra i virologi da social e talk-shaw, il Burioni di Fazio e la
Gismondo del “Fatto Quotidiano”, agli ultimi posti, con punteggio 26 e 22,
rispettivamente. Poco meglio vanno gli altri esperti, Lopalco (33), Ilaria
Capua (48), Crisanti (49). Walter Ricciardi, il consulente del ministro della
Salute, è a quota 39.
La
classifica è aperta da Anthony Fauci (174).
La
graduatoria H-Index per i virologi vede in Italia, sulla scia di Fauci, Alberto
Mantovani dell’Humanitas (167) e Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri
(158). Due istituzioni milanesi, che però sono state inefficaci, sia nella
prevenzione che nell’organizzazione della risposta.
“L’Europa
guarda all’Italia come a un modello”: non teme il ridicolo il presidente del
consiglio, con tutti i morti e contagiati giornalieri, il doppio, in rapporto
alla popolazione, della Germania, a reti
unificate. I sindacati, il Pd, gli esperti, non sanno che si apre una voragine nell’occupazione
e nei redditi?
È
anche strano che Conte si prenda un’ora a settimana in tutte le tv per farsi
propaganda. Non ci sono più controlli sull’emittenza, sulla Rai, sugli abusi? Quelli
c’erano solo per Berlusconi – che però non ha mai fato il Conte.
“Il
modello cinese contempla l’iniziativa privata, ma su un base pubblica molto
forte e prevalente in tutto e per tutto”, spiega semplice Patrizia Van Daalen, manager in Cina del maggiore
gruppo editoriale mondiale, Penguin Random House, a Bricco sul “Sole 24 Ore”.
Tra “significativi condizionamenti della politica e supporti statali altrove
impensabili”. Da regime, cioè, saldo,
occhiuto.
Van
Daalen deve dirigere il suo mercato cinese da Berlino, dove vive col marito, cinese,
musicista: “Diciamo che, dal regime comunista, abbiamo ricevuto dei segnali”,
insiste: “Mio marito, che compone musica, ha avuto alcuni concerti interrotti”.
La
Cina non si nasconde. Ma se ne sa qualcosa di sguincio, nei pranzi domenicali
di Bricco, e lì resta confinato.
Vendite
dei quotidiani in calo a dicembre del’8 per cento su base annua. Nell’ultimo
quinquennio, 2015-2019, le copie giornaliere cartacee complessivamente vendute
si sono ridotte di quasi un terzo, da 2,2 a 1,5 milioni di unità. In calo anche
le copie digitali. Ma uno perché dovrebbe comprare il giornale se tutto è
scritto sui social, il giorno prima?
La
catastrofe del giornalismo si evita rincorrendo i social, come fanno i grandi
giornali in Italia, che le redazioni hanno sguarnito e immiserito, di
esperienza e di cultura? Evidentemente no. Anche sull’esempio del “Financial
Times” e del “New York Times”, e dei tanti altri giornali che sanno sgonfiare lo
tsunami social.
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