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Pd contro Fca, tra anticapitalismo e vecchia Dc
Fca chiede un prestito – un prestito,
non un contributo a fondo perduto – con garanzia dell’assicurazione pubblica
Sace, come previsto da uno di tanti decreti Conte anti-virus. Che Banca Intesa,
riconoscente per la ripresa d’iniziativa, si affretta a perfezionare, anche perché del prestito beneficeranno le produzioni automotive, lombardo-venete, che sono il cuore della sua clientela. E questo
non va bene alla politica. Ma di un certo tipo.
La garanzia Sace ha un costo, irrisorio
(Fca onorerà il debito). Ma non è questo che alimenta la polemica. Contestano
il prestito neo-vecchi anticapitalisti ex Pci: Fassina, ora Leu, Orlando e
Felice, Pd. Ma in contrasto col sindacato, Cgil compresa. La vera contestazione è
di Calenda, l’ex ministro capo di Azione: non si può dare un prestito a
garanzia pubblica a una società che paga il dividendo. Un’assurdità, ma dal
senso politico evidente.
Calenda, che in passato è stato anche
dirigente Ferrari, cioè Fca, lo dice da capopartito. Di un partito – la matrice
è la vecchia Dc – che non concepisce un mondo della produzione autonomo. Sa che il dividendo non è
un furto, è una remunerazione. E che il mancato dividendo precipiterebbe Fca,
come qualsiasi azienda, nel deprezzamento patrimoniale, delle agenzie di rating, e dei singoli investitori, grandi e piccoli. Ma parla da “padrone”
politico, di una certa filosofia politica.
Con lui scalpita anche la parte ex
democristiana del Pd che non ha seguito Renzi. Che si suole dire
anticapitalista anche questa, ma in realtà è “sovranista”: vuole controllare
gli affari.
Quello che chiede Calenda è quello che ha
sempre fatto la Dc, quando esisteva, e quando si è reincarnata, con Prodi nell’Ulivo
e con Renzi nel Pd. Con le Partecipazioni Statali quando esistevano, e con le
banche e le industrie private. Ora attraverso le Autorità di controllo del mercato.
Per le banche, la Banca d’Italia di
Carli, e dopo, proponeva per le nomine un trittico, dove due su tre papabili si
riconoscevano da tempo, per atti o omissioni, nella Dc. Alle industrie private
il morso veniva stretto attraverso i contributi, prima che diventassero europi e anche dopo, per
il Sud (e per il Nord), per la sicurezza, per l’ambiente.
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