martedì 19 maggio 2020

Pd contro Fca, tra anticapitalismo e vecchia Dc

Fca chiede un prestito – un prestito, non un contributo a fondo perduto – con garanzia dell’assicurazione pubblica Sace, come previsto da uno di tanti decreti Conte anti-virus. Che Banca Intesa, riconoscente per la ripresa d’iniziativa, si affretta a perfezionare, anche perché del prestito beneficeranno le produzioni automotive, lombardo-venete, che sono il cuore della sua clientela. E questo non va bene alla politica. Ma di un certo tipo.
La garanzia Sace ha un costo, irrisorio (Fca onorerà il debito). Ma non è questo che alimenta la polemica. Contestano il prestito neo-vecchi anticapitalisti ex Pci: Fassina, ora Leu, Orlando e Felice, Pd. Ma in contrasto col sindacato, Cgil compresa. La vera contestazione è di Calenda, l’ex ministro capo di Azione: non si può dare un prestito a garanzia pubblica a una società che paga il dividendo. Un’assurdità, ma dal senso politico evidente.
Calenda, che in passato è stato anche dirigente Ferrari, cioè Fca, lo dice da capopartito. Di un partito – la matrice è la vecchia Dc – che non concepisce un mondo della produzione autonomo. Sa che il dividendo non è un furto, è una remunerazione. E che il mancato dividendo precipiterebbe Fca, come qualsiasi azienda, nel deprezzamento patrimoniale, delle agenzie di rating, e dei singoli investitori, grandi e piccoli. Ma parla da “padrone” politico, di una certa filosofia politica.
Con lui scalpita anche la parte ex democristiana del Pd che non ha seguito Renzi. Che si suole dire anticapitalista anche questa, ma in realtà è “sovranista”: vuole controllare gli affari.
Quello che chiede Calenda è quello che ha sempre fatto la Dc, quando esisteva, e quando si è reincarnata, con Prodi nell’Ulivo e con Renzi nel Pd. Con le Partecipazioni Statali quando esistevano, e con le banche e le industrie private. Ora attraverso le Autorità di controllo del mercato.
Per le banche, la Banca d’Italia di Carli, e dopo, proponeva per le nomine un trittico, dove due su tre papabili si riconoscevano da tempo, per atti o omissioni, nella Dc. Alle industrie private il morso veniva stretto attraverso i contributi,  prima che diventassero europi e anche dopo, per il Sud (e per il Nord), per la sicurezza, per l’ambiente.  


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