Servizi cinesi, rapinosi
È entrata la Cina in Infostrada-Wind,
la “3” di CK Hutchison, o H3G, e la
vecchia gestione ex Enel, attenta al servizio pubblico, è stata spazzata via. Offerte
farlocche e entrare moltiplicate, tutto subito. È la ricetta cinese degli
affari: bisogna guadagnare molto e subito, dove il mercato è già maturo e
ricco, non creare né fidelizzare la clientela, il rispetto dell’utente non
esiste.
Un prologo terrificante per il 5 G, la
nuova frontiera della telefonia mobile cellulare, che la cinese Huawei si
propone di monopolizzare in Italia. Hutchison è cinese di Hong-Kong, ma la Cina
degli affari è una: tanti, maledetti, e subito.
Lo stesso con Buccellati, Natuzzi,
Pirelli: entrate moltiplicate, niente sviluppo. Lo stesso con la multinazionale
genovese Easote, biotecnologie, comprata dai cinesi tre anni fa: ricerca
bloccata (dal 2016, 22 milioni d’investimento, l’8 per cento del fatturato, la
spesa è in rapido calo), intensificazione dei rendimenti.
Nello stesso ambito, attorno a Modena, in
area Maserati e Ferrari, si farà una fabbrica cinese di auto di lusso. Una verniciatura
italiana per vendere in Cina a prezzi elevati macchine necessariamente non di
qualità - la qualità non s’improvvisa.
Lo stesso fanno da tempo ditte cinesi
con le ceramiche di Sassuolo. Per le quali Sassuolo s’è creato a un prezzo un
mercato in Cina. Forme, geometrie, colori di Sassuolo vengono riprodotti, su materiale non altrettanto durevole, ma di costo elevato - la qualità sta nel costo.
Dalle merci, di poca qualità ma sempre più di non modico prezzo, ai servizi il passo va di carica, ma sempre più di rapina.
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