mercoledì 27 maggio 2020

Trump non è Hitler

Docente a Yale di diritto Internazionale, storico e analista dei diritti civili e della storia del secondo Novecento,  Moyn parte dall’evidente assunto che “Trump non è Hitler”, per sradicare il vezzo dell’informazione, e anche della politica, e di una parte della della storia accademica, di configurare il presente nei termini del passato. E, peggio, di un passato fortemente caratterizzato. 
Il ricorso è facile, ammonisce, ma a costo di non vedere il predente. Nel caso di Trump “il paragone col nazismo e il fascismo che starebbero minacciando di abbattere tra poco la democrazia distrae da come abbiamo creato il fenomeno Trump da decadi, e implica che la coesistenza della nostra democrazia con lunghe storie di assassinio, asservimento, e terrore  - incluse le recentissime, anche se mitigate, forme di incarcerazione di massa e di crescenti ineguaglianze all’interno del paese – non merita tanto allarme e obbrobrio”. Hitler assolve anche dal vedere il male.
Gli anni di Trump sono stati i più fertili di teorie complottistiche, spiega ancora Moyn. E cioè, all’evidenza, di fughe dalla realtà.
La rivista pubblica, in forma di intervista, una sintesi del libro in via di pubblicazione, sui problemi che pone, all’annalista e allo storico, il vezzo di schiacciare la contemporaneità su modelli di richiamo. Che è dei media, ma anche di un filone storiografico: Moyn scrive in polemica con altri accademici, che ultimamente si sono espressi a favore dell’analogia storica.
Ma più Moyn insiste sulla non positività, o presa politica, elettorale, della critica a Trump. Fra i tanti passi falsi contesta quello di Alexandra Ocosio-Cortez, la parlamentare di New York, sempre del campo democratico-progressista, che riporta la politica anti-immigrazione di Trump allo sterminio tedesco degli ebrei nella seconda guerra mondiale.
Al fondo, una tela emerge: dei diritti civili usati quale arma. Nelle “guerre di liberazione” a cavaliere di Fine Millennio, nel Kossovo, in Afghanistan. in Iraq, in Libia.  

Samuel Moyn, The Trouble with Comparisons, “The New York Review of Books”, 24 maggio 2020
https://mail.google.com/mail/u/0/?tab=wm#inbox/FMfcgxwHNWBWvRFxkJDTjlfnklgQdzMT


Nessun commento:

Posta un commento