venerdì 12 giugno 2020

L'Europa delle donne

L’Europa si ritrova governata da tre donne: Christine Lagarde alla Bce, Ursula von der Leyen alla Commissione di Bruxelles, Angela Merkel domina dei nordici (nonché dei mediterranei) – e una donna potrebbe andare a presiedere l’Eurogruppo. Hanno grandi poteri e mostrano di volerli esercitare. Potrebbe essere una rivoluzione, non solo di genere. O potrebbe essere stata - niente per ora cambia?
Lagarde si distingue per avere adottato, dopo una prima grave incertezza, la linea del suo predecessore Draghi. Merkel è ferma alla sua sempiterna mediazione, contro i dominanti sovranismi, ma non esce, e ormai sono dodici anni, dal “troppo poco troppo tardi” che è diventato il suo trademark. Von der Leyen ha idee giuste: ricollocare l’Europa nel digital divide e nell’ecobusiness. Ma prima dovrebbe rivoluzionare la burocrazia europea, il modo di essere dell’indecisione.
L’Europa, malgrado il cambiamento radicale di personale, resta ancorata all’indecisione. Il fantasma dell’inattività post-crisi bancaria, 2008, che l’ha caratterizzata, unica fra le tre grandi aree economiche mondiali, della ripresa lenta e debole dell’economia, non sembra avere capito la lezione. Gli annunci sono strepitosi dopo il blocco dell’attività, ma niente poi è stato deciso, né si sa come e quando si deciderà di intervenire. Fermi ora al blocco imposto dai governi cosiddetti “frugali”, che però non è un blocco, se Berlino volesse veramente, e Bruxelles con Berlino.
Un giorno si dirà che nella crisi spaventosa del 2020 l’Europa era governata dalle donne. Ma con che esito?




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