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Diderot scimmia parlante
“Fermatevi”, implora la scimmia parlante, “sono
Diderot”. “Questo lo possono affermare tutte le scimmie”, risponde l’addestratore,
cui la scimmia parlante è stata affidata dalla zarina Caterina la Grande, e giù
legnate.
Diderot a Pietroburgo è sommerso di diamanti e
altre ricchezze, ma diventa vittima della sua galanteria, al punto da immaginarsi
zar della Russia, e della saputaggine, avendo dichiarato alla corte imperiale e
all’accademia delle scienze che l’uomo era scimmia. Richiesto di un esemplare di
scimmia parlante, si spinge a dire che ce ne sono in Madagascar. La zarina
Caterina ne vuole una, e alla fine, per non smentirsi, è Diderot stesso che si
mette nella pelle di una scimmia.
Una beffa. Sacher-Masoch si vendica
dell’illuminismo, ma non da reazionario: colpisce la superficialità. Anche se,
a ben guardare, la conferenza che Diderot presenta alla corte russa è darwiniana,
ha titolo come il sottotitolo dell’ “Origine della specie”: “Sulla parentela e
la discendenza dell’uomo”. L’uomo che discende dalla scimmia era tema nel
secondo Ottocento di molte facezie. .
Un racconto svelto e saporito, sulle debolezze degli
scienziati, erotiche e scientifiche, e soprattutto sulla zarina di Russia e la
sua amica del cuore, Caterina la Grande e la principessa Dashkova, con brillanti repartee e escogitazioni. Un racconto
molto diderotiano, sulle scarse virtù o debolezze dell’illuminismo e degli
illuministi, e sulla intelligenza del potere.
Leopold von Sacher-Masoch, Diderot a Pietroburgo, Sellerio, pp. 95 € 7
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