L’Europa della lesina
Calma
e ghiaccio, è sempe l’Europa della lesina – merkeliana, del “troppo poco troppo
tardi”. L’Europa non affronterà la crisi tutta subito, come fanno Cina e Stati
Uniti, malgrado abbia anch’essa decine di milioni di disoccupati, e il crollo
della produzione e dei redditi. La lascerà marcire – lascerà marcire l’Europa.
Alla
lettura, il Recovery Fund, che il governo italiano voleva un gigante
ammazza-crisi, risolutivo, è poco più di niente: una selva di micro-interventi,
scaglionata negli anni, soggetta a molte condizioni, cioè a lunghi controlli
burocratici.
Come
già nel 2008, l’Europa si avvia a non fare niente. Cina e Stati Uniti sono
subito riemersi – la famosa “conversione a V” – dopo la crisi bancaria, l’Europa
no. Lo stesso si avvia a fare ora, anche se la crisi è perfino peggiore che nel
2008.
Imprenditori
ed economisti sanno che i crac si evitano con una reazione forte, concentrata. Ma
la commissione von der Leyen non ha modificato il merkelismo al comando in Europa:
meglio non fare.
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