L’Europa tra due sedie
Il
no di Angela Merkel al G 7 americano a fine mese, non concordato in sede
europea, ha aperto un falla pericolosa negli assetti internazionali
consolidati, secondo i vertici della diplomazia italiana. Pericolosa perché
aperta al buio. Unicamente dettata dalla volontà della cancelliera tedesca di
non mettere in discussione i rapporti con la Cina. È questo anche il motivo per cui la Ue non critica Pechino su Hong-Kong: tra un mese Merkel presiederà a Bruxelles, e vuole spendere in proprio il credito con la Cina per la mancata denuncia.
Il
disallineamento tedesco è giunto a sorpresa, per questo più sgradevole. Ma, al
netto della suscettibilità, alla Farnesina non si vede come uno scontro senza
precedenti con gli Usa possa portare. Tanto più che la Cina è in una fase
quanto mai indifendibile, aggressiva su ogni scacchiere, commerciale, militare,
dei diritti politici e dei diritti umani.
Il
no tedesco, si aggiunge, potrebbe suscitare una reazione americana. Sul piano commerciale
e forse su quello militare. Con strascichi polemici che potrebbero durare anche
se Trump a novembre non fosse più presidente: il contenzioso con la Cina
(commercio, Hong Kong, diritti umani e politici) e il riequilibrio delle spese
militari Nato sono temi istituzionali a Washington.
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