lunedì 1 giugno 2020

L’Europa tra due sedie

Il no di Angela Merkel al G 7 americano a fine mese, non concordato in sede europea, ha aperto un falla pericolosa negli assetti internazionali consolidati, secondo i vertici della diplomazia italiana. Pericolosa perché aperta al buio. Unicamente dettata dalla volontà della cancelliera tedesca di non mettere in discussione i rapporti con la Cina. È questo anche il motivo per cui la Ue non critica Pechino su Hong-Kong: tra un mese Merkel presiederà a Bruxelles, e vuole spendere in proprio il credito con la Cina per la mancata denuncia.
Il disallineamento tedesco è giunto a sorpresa, per questo più sgradevole. Ma, al netto della suscettibilità, alla Farnesina non si vede come uno scontro senza precedenti con gli Usa possa portare. Tanto più che la Cina è in una fase quanto mai indifendibile, aggressiva su ogni scacchiere, commerciale, militare, dei diritti politici e dei diritti umani.
Il no tedesco, si aggiunge, potrebbe suscitare una reazione americana. Sul piano commerciale e forse su quello militare. Con strascichi polemici che potrebbero durare anche se Trump a novembre non fosse più presidente: il contenzioso con la Cina (commercio, Hong Kong, diritti umani e politici) e il riequilibrio delle spese militari Nato sono temi istituzionali a Washington.


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