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L’identità è coappartenenza
Due
conferenze con le quali, dopo la denazificazione, Heidegger riprende, spiega
Gurisatti nella presentazione, “la «distruzione fenomenologica» della storia
del pensiero e dei suoi fondamenti logici e onto-teo-logici”. Una distruzione
apodittica, su questo non c’è dubbio, ma confusa. La “differenza” – tra l’essere
e l’ente – si direbbe la libertà, come spazio e come “cosa” (azione, volizione).
Ma in Heidegger tutto si complica, a nessun effetto – il pensiero scorre a
volute informi, specie su quest tema, quello che dà il titolo al volumetto, “Il
principio di identità”.
Il secondo contributo, la “distruzione” della
metafisica nei suoi “fondamenti onto-teo-logici”, culmina con una beffarda
rivincita (p. 95): “Il pensiero senza-dio, che deve rinunciare al dio della
filosofia – cioè al dio come causa sui
– è forse più vicino al dio divino”(e probabilmente nell’originale Heidegger
intendeva il Dio maiuscolo). E qui si capisce, anche se a nessun esito.
Il
primo contributo, “Il principio di identità”, dell’essere e dell’ente che
coabitano e si coordinano o si contraddicono, si co-appartengono, è invece
una tautologia, ma fumosissima. Giocando con Platone, “Sofista”, “esso stesso a
se stesso lo stesso”, e con Parmenide, “lo stesso è sia percepire che essere”,
si arriva all’Ereignis, l’evento –
uno dei contributi con i quali Heidegger si immortala, e che ogni volta
ridefinisce (qui alla p. 44). Giustificandosi così: “Il pensiero ha impiegato
più di duemila anni per comprendere in modo appropriato una relazione così
semplice come la mediazione all’interno del’identità. Come possiamo quindi noi ritenere che basti un solo giorno
per realizzare il raccoglimento pensante nella provenienza essenziale dell’identità?”
Alla
fine, si dirà di Heidegger come di uno che provò a rinnovare il vocabolario,
con esiti incerti? Le note di Gurisatti, più che di filosofia, trattano di
filologia, anzi di linguistica, anzi di glottologia. Ma inafferrabili, per lo
più, anch’esse.
Martin
Heidegger, Identità e differenza,
Adelphi, pp. 101 € 10
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