L’italiano delle frasi fatte
Mezzo centinaio di luoghi
comuni o frasi fatte. Quelle che usiamo meccanicamente, quasi sempre impropriamente
– quand’anche avessero, o avessero mantenuto, un significato. “Stavo per chiamarti”
naturalmente, o “a tutto tondo”, “a buon intenditor”, “a 360 gradi”, e “siamo tutti
nella stessa barca”. Un repertorio che andrebbe aggiornato, e moltiplicato, con
I toscanismi che ancora circolano senza senso.
Nel post-Sessantotto - quando
il ’68 fu fagocitato dal vieto sindacalismo – un cubo snodabile fu inventato o
proposto dalle stesse librerie Feltrinelli, che le frasi fatte repertoriavano in
segmenti snodabili, a comporre infinite frasi senza senso - un “tubolario”, o “le
frasi del tubo”, della “politica”. Il nonsense
italico, senza cioè lo scherzo o
l’ironia. Di una lingua che è nata a scuola, e continua a mantenere, per quanto
disarmata, questa matrice.
Giuliano Vigini, Stavo per chiamarti, Lampi di Stampa.
pp. 121 € 8
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