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Lo Stato ideale è senza libertà
Viene con l’“apologia di
Galileo”, anche se un quindicennio prima, nel 1602. Il disegno utopico si
modula sull’eliocentrismo, e per questo sarà pubblicato tardi e solo in
traduzione latina dal volgare italiano (fiorentino), in Germania nel 1623.
L’“Apologia” la anticiperà: scritta in fretta e mandata a Roma nel 1616 in
tempo per il primo processo.
La società felice è a Ceylon
in una città non pacifica: è fortificata e inespugnabile. Ma dentro non ci sono
liti, inimicizie, tradimenti, corruzione, fame. La città è su un colle, in cima
al quale c’è il tempio del Sole. Governata da un re-sacerdote, con alcuni
principi, chiamati Potestà, Sapienza, Amore, e da leggi semplici e certe. Non
esiste la proprietà – in realtà esiste, ma non fa differenza:“La communità
tutti li fa ricchi e poveri: ricchi, c’ogni cosa hanno e possedono; poveri,
perché non s’attaccano a servire alle cose, ma ogni cosa serve a loro”. Non
esiste la proprietà familiare, questo sì, della casa, la moglie, i figli, che è
la più deleteria: la famiglia è cancellata. La procreazione è regolata dal
governo, che individua e decide gli accoppiamenti giusti.
Non una città della libertà,
insomma. Benché venga un secolo dopo Machiavelli – di cui Campanella, che aveva
già vissuto a Firenze, potrebbe bene avere saputo. La comunità è felice al
contrario, perché è regolata e comandata. Sul modello del sistema solare.
Gli aforismi politici sono estratti
dalla raccolta “Aforismi politici ed Economica”, composti, spiega Ciampoli, “dalla
metà di agosto alla fine dell’anno 1601”, all’inizio della lunga carcerazione a
Napoli, “essendo in tale occasione rimaneggiata l’«Etica»”, gli aforismi in materia
di etica. Una raccolta di “aforismi”, così si presenta, e “significati lunari rivelati
dall’Angelo”.
Numerosi, ma non memorabili: “Il
dominio naturale ha comunità naturale, il violento violento”.
“Il Dominio d’uno
buono si dice Regno o Monarchia: d’uno malo si dice Tirannia; di più buoni si dice Aristocrazia; di più mali Oligarchia; di tutti buoni Polizia (il greco politìa, i buoni cittadini? n.d.r.); di tutti mali Democrazia”. Semplice.
“Le leggi ottime sono le poche e brevi, che
s’accordano al costume del popolo e al bene commune”.
“Dove spesso le leggi si mutano sono segno di rovina”.
“Dove son più di numero le
leggi punitive che instruttive, è segno di mal governo”.
“I troppo poveri sono rapaci e
invidiosi, i troppo ricchi superbi e lussuriosi, i troppo ignoranti ruinosi”. Non
grandi idee. Per il resto Campanella tratta dei regimi politici in rapporto al
clima, e delle colonie.
Tommaso Campanella, La città del Sole & aforismi, a
cura di Domenico Ciampoli, Carabba Editore Lanciano, 1911
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