venerdì 26 giugno 2020

Secondi pensieri - 424

zeulig

Amore – Vuole delusioni e sofferenze, secondo la scala al piacere stabilita da sant’Agostino, anche se in contesto divino: “Se è cosa così dolce piangere per te quanto più dolce sarà godere di te?”.
 
Architettura – Condivide con la musica l’astrazione, nell’appunto che Eckermann ha annotato di Goethe – e nella ripresa che Schopenhauer ne fa: “Ho trovato tra le mie pagine una carta in cui chiamo l’architettura una musica fissa; e in effetti l’architettura ha qualcosa di questo: la disposizione di spirito che risveglia è parente dell’impressione prodotta dalla musica”. Ciò che Schopenhauer sintetizza come “l’architettura è musica congelata”.
Goethe con Eckermann soprattutto si schermisce in materia di musica. In brevissimi accenni. Giusto, il 14 febbraio 1831, per dire che Mozart è un genio. A Eckermann che il 3 novembre 1823 lo complimenta per il diario di viaggio in Svizzera, in cui mostra di avere “visto” tutto, tiene a precisare: “Ma lei non trova una parola sulla musica, e giustamente; poiché essa non rientra nella mia cerchia”, così la traduzione di Ervino Pocar, “ognuno deve sapere che cosa vedere in un viaggio e cosa rientra nei suoi interessi”. E a proposito di Mozart, del “talento musicale”, non sa che dire: “Si comprende che il talento musicale si mostri prima degli altri, in quanto la musica è qualcosa di innato, d’intimo, che non necessita di nessun grande nutrimento dal di fuori, di nessuna esperienza tratta dalla vita. Ma certo un fenomeno come Mozart rimane pur sempre un miracolo che non è dato spiegare. Ma poiché la divinità opera miracoli ovunque…”.
 
Decadenza – Non c’è storia senza – ci sarebbe solo uno sviluppo lineare, piatto. Senza, sarebbe la fine della storia, la storia non ci sarebbe stata – non c’è storia nel paradiso.
Un primo caso, da manuale, è registrato con i primi documenti storici, 3000 circa a.C., in una tavoletta assira: “La terra va degenerando. Ci sono segni che la civiltà sta giungendo alla fine. Concussione e corruzione  abbondano. La violenza è dappertutto. I figli non rispettano più i genitori e non obbediscono”.
 
Follia – Esiste, malgrado l’istituzionalizzazione denunciata da Foucault – esiste per lo stesso Basaglia. “La privazione della follia sarebbe un repentino, tremendo impoverimento del mondo”, è considerazione dello scrittore Ceronetti (Albergo Italia”, 29). Non peregrina: la follia si nega per spirito democratico, non terapeuticamente – “l’idolo democratico non ammette disuguaglianze. Chi più disuguale del pazzo?”.
 
Galileo – Con lui si prova il passaggio dal mondo chiuso all’infinito. Galileo non era ateo e nemmeno eretico, benché processato per l’eliocentrismo e il materialismo. Si può supporre una certa prudenza o reticenza, in lui come in altri nel Seicento, Campanella per es., dopo Giordano Bruno, ma niente in lui, nei saggi letterari, nella corrispondenza, nella biografia, nei contatti, lascia presumere la dissimulazione. Dopo di lui però Dio è cambiato, ancora una volta: ha cambiato ruolo, immedesimandosi nella natura – donde il problema del Male, etc.
 
Identità – Il filosofo Heidegger voleva contadino, montanaro. Marx lo voleva invece pescatore: “Pescatori al mattino e filosofi la sera”. L’uomo i filosofi vogliono artigiano e poeta, imprenditore e pensatore, naturale e artificiale, soggetto e oggetto.
Anche le donne si vogliono altre. Specie le principesse. Sàndor Ferenczi, “Il «romanzo familiare» della déchéance”, analizza le blasonate, a volte eteree, che si fanno i giardinieri, i vetturini, i guardaboschi – il più famoso sarà quello di “Lady Chatterley”.
Le principesse volentieri si facevano il robusto filosofo contadino Heidegger, montanaro, sportivo, padre di alcuni figli – almeno uno non suo.
 
Intergenerazionale - I nipoti prolungano (la generazione prolunga) la socialità degli anziani. Evitando, ammorbidendo, limitando, l’ingrossamento dell’io, ancorché modesto, che è inevitabile con l’inattività. E la morosità, la ruminazione, che sono movimenti paranoici.
Se non partecipano alla costruzione di un futuro – è difficile per un anziano interagire con una sensibilità necessariamente nuova, ancorché infantile, e con una pratica familiare diversa (pedagogia, comportamenti, orari, abitudini igieniche - sonno, aria aperta, applicazioni – e alimentari), ancorché disponibile o anche benevolente - si tengono aperte delle finestre: sul linguaggio, la sensibilità, il rispetto reciproco (la “cura”), il bisogno.
 
Nascita - Si nasce con la gioia e la speranza, non c’è bambino che non voglia nascere. Poi si rinasce, ma si perdono pezzi.
 
Noia – Muove il mondo, sostiene Kierkegaard in “Aut-Aut”, semiserio al solito. La noia è il motore del mondo, le si deve la creazione dell’uomo, perché Dio da solo si annoiava, poi della donna, perché Adamo si deprimeva, poi di Caino e Abele perché la coppia non ha altro da fare, e presto si annoia del piacere della noia solitaria, infine della torre di Babele, per allentare la noia che era planata sulle famiglie e le città. Oggi si direbbe la noia in alternativa alla paura, che si alimenta con artifici: lo stimolo è difficile, l’eccitazione, spegnendosi tutti i fuochi – la bellezza, l’amore, la conversazione, il futuro.
 
Sesso – Le liberazioni sessuali sono tutte fallimentari, per quanto concerne il loro soggetto specifico, il sesso. Agiscono come se la liberazione sessuale fosse il risveglio di un sogno.
C’è più prostituzione dove c’è meno repressione sessuale. Ad Amsterdam o ad Amburgo. Per una più ampia opportunità di accesso, o prestazione. Ma anche per una diversa tipologia (qualità) della repressione. Che può non essere sociale o religiosa, se non indirettamente: per una differente socialità, o religione al contrario. Per la mancanza cioè di un ordine religioso, di un ordine, e quindi per incertezza, insoddisfazione, delusione, da cui la ripetitività, della pulsione sessuale, diventata compulsiva e non liberatoria - soddisfacente, gratificante.
Non c’è Freud nelle campagne si dice, ma non è – era, è stato per millenni – il mondo contadino il più coatto dalla religione?

Uno\due - Il comico Aristofane nel platonico “Convivio”, l’uomo vedendo sessualmente duplice – sferico, bifronte – lo dice di perfezione completa. Al punto da ingelosire gli dei: Zeus per ripicca lo divide in due. Era Nietzsche un gay segreto (omosessuale represso)?

zeulig@antiit.eu

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