Secondi pensieri - 424
zeulig
Amore – Vuole delusioni
e sofferenze, secondo la scala al piacere stabilita da sant’Agostino, anche se
in contesto divino: “Se è cosa così dolce piangere per te quanto più dolce sarà
godere di te?”.
Architettura – Condivide con
la musica l’astrazione, nell’appunto che Eckermann ha annotato di Goethe – e
nella ripresa che Schopenhauer ne fa: “Ho trovato tra le mie pagine una carta in cui chiamo l’architettura una
musica fissa; e in effetti l’architettura ha qualcosa di questo: la disposizione
di spirito che risveglia è parente dell’impressione prodotta dalla musica”. Ciò
che Schopenhauer sintetizza come “l’architettura è musica congelata”.
Goethe
con Eckermann soprattutto si schermisce in materia di musica. In brevissimi
accenni. Giusto, il 14 febbraio 1831, per dire che Mozart è un genio. A
Eckermann che il 3 novembre 1823 lo complimenta per il diario di viaggio in Svizzera,
in cui mostra di avere “visto” tutto, tiene a precisare: “Ma lei non trova una
parola sulla musica, e giustamente; poiché essa non rientra nella mia cerchia”,
così la traduzione di Ervino Pocar, “ognuno deve sapere che cosa vedere in un
viaggio e cosa rientra nei suoi interessi”. E a proposito di Mozart, del
“talento musicale”, non sa che dire: “Si comprende che il talento musicale si
mostri prima degli altri, in quanto la musica è qualcosa di innato, d’intimo,
che non necessita di nessun grande nutrimento dal di fuori, di nessuna
esperienza tratta dalla vita. Ma certo un fenomeno come Mozart rimane pur
sempre un miracolo che non è dato spiegare. Ma poiché la divinità opera
miracoli ovunque…”.
Decadenza – Non c’è storia
senza – ci sarebbe solo uno sviluppo lineare, piatto. Senza, sarebbe la fine
della storia, la storia non ci sarebbe stata – non c’è storia nel paradiso.
Un
primo caso, da manuale, è registrato con i primi documenti storici, 3000 circa
a.C., in una tavoletta assira: “La terra va degenerando. Ci sono segni che la
civiltà sta giungendo alla fine. Concussione e corruzione abbondano. La violenza è dappertutto. I figli
non rispettano più i genitori e non obbediscono”.
Follia – Esiste, malgrado
l’istituzionalizzazione denunciata da Foucault – esiste per lo stesso Basaglia.
“La privazione della follia sarebbe un repentino, tremendo impoverimento del
mondo”, è considerazione dello scrittore Ceronetti (Albergo Italia”, 29). Non
peregrina: la follia si nega per spirito democratico, non terapeuticamente –
“l’idolo democratico non ammette disuguaglianze. Chi più disuguale del pazzo?”.
Galileo – Con lui si
prova il passaggio dal mondo chiuso all’infinito. Galileo non era ateo e
nemmeno eretico, benché processato per l’eliocentrismo e il materialismo. Si
può supporre una certa prudenza o reticenza, in lui come in altri nel Seicento,
Campanella per es., dopo Giordano Bruno, ma niente in lui, nei saggi letterari,
nella corrispondenza, nella biografia, nei contatti, lascia presumere la
dissimulazione. Dopo di lui però Dio è cambiato, ancora una volta: ha cambiato
ruolo, immedesimandosi nella natura – donde il problema del Male, etc.
Identità
–
Il filosofo Heidegger voleva contadino, montanaro. Marx lo voleva invece
pescatore: “Pescatori al mattino e filosofi la sera”. L’uomo i filosofi
vogliono artigiano e poeta, imprenditore e pensatore, naturale e artificiale,
soggetto e oggetto.
Anche le donne si vogliono altre. Specie
le principesse. Sàndor Ferenczi, “Il «romanzo familiare» della déchéance”,
analizza le blasonate, a volte eteree, che si fanno i giardinieri, i vetturini,
i guardaboschi – il più famoso sarà quello di “Lady Chatterley”.
Le principesse volentieri si facevano il
robusto filosofo contadino Heidegger, montanaro, sportivo, padre di alcuni
figli – almeno uno non suo.
Intergenerazionale
-
I nipoti prolungano (la generazione prolunga) la socialità degli anziani.
Evitando, ammorbidendo, limitando, l’ingrossamento dell’io, ancorché modesto,
che è inevitabile con l’inattività. E la morosità, la ruminazione, che sono
movimenti paranoici.
Se non partecipano alla costruzione di
un futuro – è difficile per un anziano interagire con una sensibilità necessariamente nuova, ancorché
infantile, e con una pratica familiare diversa (pedagogia, comportamenti, orari,
abitudini igieniche - sonno, aria aperta, applicazioni – e alimentari),
ancorché disponibile o anche benevolente - si tengono aperte delle finestre:
sul linguaggio, la sensibilità, il rispetto reciproco (la “cura”), il bisogno.
Nascita
-
Si nasce con la gioia e la speranza, non c’è bambino che non voglia nascere.
Poi si rinasce, ma si perdono pezzi.
Noia – Muove il
mondo, sostiene Kierkegaard in “Aut-Aut”, semiserio al solito. La noia è il
motore del mondo, le si deve la creazione dell’uomo, perché Dio da solo si
annoiava, poi della donna, perché Adamo si deprimeva, poi di Caino e Abele
perché la coppia non ha altro da fare, e presto si annoia del piacere della noia
solitaria, infine della torre di Babele, per allentare la noia che era planata
sulle famiglie e le città. Oggi si direbbe la noia in alternativa alla paura,
che si alimenta con artifici: lo stimolo è difficile, l’eccitazione,
spegnendosi tutti i fuochi – la bellezza, l’amore, la conversazione, il futuro.
Sesso – Le liberazioni
sessuali sono tutte fallimentari, per quanto concerne il loro soggetto specifico,
il sesso. Agiscono come se la liberazione sessuale fosse il risveglio di un
sogno.
C’è
più prostituzione dove c’è meno repressione sessuale. Ad Amsterdam o ad
Amburgo. Per una più ampia opportunità di accesso, o prestazione. Ma anche per
una diversa tipologia (qualità) della repressione. Che può non essere sociale o
religiosa, se non indirettamente: per una differente socialità, o religione al
contrario. Per la mancanza cioè di un ordine religioso, di un ordine, e quindi
per incertezza, insoddisfazione, delusione, da cui la ripetitività, della
pulsione sessuale, diventata compulsiva e non liberatoria - soddisfacente,
gratificante.
Non
c’è Freud nelle campagne si dice, ma non è – era, è stato per millenni – il
mondo contadino il più coatto dalla religione?
Uno\due
-
Il comico Aristofane nel platonico “Convivio”, l’uomo vedendo sessualmente
duplice – sferico, bifronte – lo dice di perfezione completa. Al punto da
ingelosire gli dei: Zeus per ripicca lo divide in due. Era Nietzsche un gay
segreto (omosessuale represso)?
zeulig@antiit.eu
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