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Spezzare le reni alla Grecia
L’Italia
oggi è unicamente preoccupata delle vacanze. Non si legge altro nei giornali,
non si parla di altro in tv: “Non possiamo andare dove vogliamo”. Non in
Grecia, per esempio, non in Austria, perbacco, perfino la Slovenia ci snobba. Si
chiedono sanzioni, si minacciano vendette. Il presidente del Veneto Zaia detta
la linea: “Ce ne ricorderemo”. Riecheggiando il sindaco di Milano Sala contro i
sardi. Ma, nel caso, evocando il fatidico Mussolini: “Spezzeremo le reni alla
Grecia”. Il ministro degli Esteri Di Maio è già all’opera – non ne manca una.
Si
penserebbe che, con tutti i rischi, una vacanza in Italia sarebbe più tranquilla.
E contribuirebbe a far respirare il business dell’accoglienza, dato che dall’estero
verranno in pochi o non verrà nessuno. Ma no, e del resto ognuno è libero di
andare dove vuole. La Grecia però fa vergognare. E non per caso.
L’altro
ieri Fubini spiegava sul “Corriere della sera” come, con semplicità e costi
minimi, la Grecia ha evitato le stragi da coronavirus. Lo stesso si può vedere
nelle regolamentazioni degli afflussi turistici, che mirano certo a far
arrivare in Grecia più stranieri possibili, ma anche a garantire vacanze in
sicurezza. E il paragone è siderante fra la classe politica greca, oggi
impersonata dal un primo ministro di destra, Mitsotakis - di robusto pedigree politico
e di esperienze formative: culturali, professionali, gestionali - come ieri dal
primo ministro di sinistra Tsipras, e i bibitari e gli avvocaticchi a caccia di
posto dei governi italiani. Che non sono lì per caso, sono stati eletti. E imperversano in tv, la gente li sta ad ascoltare.
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