Windtre incauta ha addebitato al Capo della Procura della Repubblica di Milano Francesco Greco 10 ero non dovuti per servizi telefonici non richiesti e non fruiti sull’abbonamento mensile: il dottor Greco ha promosso un’inchiesta penale, ed è risultato che Windtre aveva gabbato non solo lui ma tutti i clienti. La cosa è stata addebitata ad alcuni funzionari fedifraghi, qualificati di ex. Ma i dodici non si arricchivano personalmente, arricchivano l’azienda. Che fatturava.
Inutili i ricorsi all’Agcom
degli utenti che hanno subito per mesi lo stesso addebito. Fino a che non è
stato fatturato al Capo dela Procura della Repubblica.
Windtre ha fatturato ai clienti, nel passaggio obbligato (pena collegamenti caduchi a internet) a fibra, centinaia di euro di internet a consumo nell’arco di poche ore. Un furto. Contro il quale non c’è reazione possibile se non una causa per danni.
Il furto di pochi euro a un procuratore della Repubblica mobilita le polizie giudiziarie, e uno di centinaia di euro a privati cittadini, molto più numerosi se non influenti, nessuna reazione. Il ricorso all’Agcom si perde nella burocrazia della procedura di conciliazione.
Si sfalda il fronte Ubi
anti Intesa. Alle due fondazioni che fanno i conti in termini di dividendo
(senza paragone quello di Intesa, quattro e cinque volte più robusto), altri
grandi azionisti pensano allo stesso modo.
Scontato il no di Ubi alla ops di Intesa. Che non essendo stata concordata è per lo stesso fatto ostile. Ma il no alla ops in consiglio d’amministrazione è solo un estremo tentativo di ottenere da Intesa un rilancio.
Il cda Ubi boccia la ops Intesa. Senza effetti su Intesa. Su Unicredit, che ha spalleggiato con varie mosse il management Ubi, invece si: il titolo perde il 2 per cento, poco meno.
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