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Cronache dell’altro mondo - 64
L’America dovrà abbattere, dopo le
statue, la pietra di fondamento della sua identità come nazione? Si celebra il
4 luglio la festa più sentita d’America: è il giorno della Dichiarazione
d’Indipendenza dalla Gran Bretagna il 4 luglio 1776, ed è anche la pietra fondatrice della
moderna democrazia col suo incipit memorabile. Che però finisce nel razzismo.
Questo
il primo paragrafo (il secondo in realtà): “Noi riteniamo che … tutti gli uomini sono creati eguali; che
essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi
diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”. Ma
finisce, all’ultimo punto di “una storia di ripetuti torti e usurpazioni” del re
di Londra, abominando gli indiani e gli schiavi: “18) Egli ha incitato i nostri
alla rivolta civile, e ha tentato di istigare contro gli abitanti delle nostre
zone di frontiera i crudeli selvaggi indiani la cui ben nota norma di guerra è
la distruzione indiscriminata di tutti gli avversari, di ogni età, sesso e
condizione”. I “nostri” che il Re della Gran Bretagna ha incitato alla “guerra
civile” sono gli schiavi, cui aveva promesso l’affrancamento se si arruolavano.
Rocco Commisso, imprenditore americano
di successo nato e cresciuto a Siderno (Rc), non ha mai avuto il palcoscenico
del “New York Times”, benché la sua impresa sia importante, da 5 miliardi di
dollari, sia in Borsa, e lui si sia segnalato come il “salvatore” dei Cosmos, la
squadra di calcio di New York, oltre che della Fiorentina – e generoso donatore
in beneficenza. Si merita la cronaca solo ora, che un procuratore di calciatori
slavi, Fali Ramadani, da Londra o dal Liechtenstein, pretende dalla Fiorentina commissioni
in forma di tangenti, per trasferimenti cioè non fatti – in forza del patrocinio che il “New York Times” indirettamente gli offre (nessuno, nel preteso santuario dei controlli delle notizie, ha ritenuto di sentire Commisso o la Fiorentina sulle pretese del procuratore)?
Un macedone contro un italo-americano
si penserebbe che non faccia cronaca. E invece sì. Del tipo: che può venirne di
buono?
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