sabato 4 luglio 2020

Cronache dell’altro mondo - 64

L’America dovrà abbattere, dopo le statue, la pietra di fondamento della sua identità come nazione? Si celebra il 4 luglio la festa più sentita d’America: è il giorno della Dichiarazione d’Indipendenza dalla Gran Bretagna il 4 luglio 1776, ed è anche la pietra fondatrice della moderna democrazia col suo incipit memorabile. Che però finisce nel razzismo.
Questo il primo paragrafo (il secondo in realtà): “Noi riteniamo che … tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”. Ma finisce, all’ultimo punto di “una storia di ripetuti torti e usurpazioni” del re di Londra, abominando gli indiani e gli schiavi: “18) Egli ha incitato i nostri alla rivolta civile, e ha tentato di istigare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera i crudeli selvaggi indiani la cui ben nota norma di guerra è la distruzione indiscriminata di tutti gli avversari, di ogni età, sesso e condizione”. I “nostri” che il Re della Gran Bretagna ha incitato alla “guerra civile” sono gli schiavi, cui aveva promesso l’affrancamento se si arruolavano.  
Rocco Commisso, imprenditore americano di successo nato e cresciuto a Siderno (Rc), non ha mai avuto il palcoscenico del “New York Times”, benché la sua impresa sia importante, da 5 miliardi di dollari, sia in Borsa, e lui si sia segnalato come il “salvatore” dei Cosmos, la squadra di calcio di New York, oltre che della Fiorentina – e generoso donatore in beneficenza. Si merita la cronaca solo ora, che un procuratore di calciatori slavi, Fali Ramadani, da Londra o dal Liechtenstein, pretende dalla Fiorentina commissioni in forma di tangenti, per trasferimenti cioè non fatti – in forza del patrocinio che il “New York Times” indirettamente gli offre (nessuno, nel preteso santuario dei controlli delle notizie, ha ritenuto di sentire Commisso o la Fiorentina sulle pretese del procuratore)?
Un macedone contro un italo-americano si penserebbe che non faccia cronaca. E invece sì. Del tipo: che può venirne di buono?


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