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Cronache dell’altro mondo - 65
Sembra moderato l’oltranzista Trump, che
di fronte alla apparente incontestata sollevazione “generale” contro ogni
principio di rodine – dal disarmo si è passati all’abolizone della polizia…- si
limita a denunciare il “fascismo di sinistra”. A torto?
Un’azione di commandos, di
guerriglia urbana bene organizzata, l’abbattimento della statua di Colombo a Baltimore. Poi
trascinata, con veicoli speciali, essendo ancora pesante benché frantumata, di marmo di
Carrara, fino al mare – è stato difficile anche buttarla a mare. Tutto ciò non nel deserto, a Baltimora,
città storica, mezzo milione di persone, porto sempre importante. Nell’inerzia della polizia e
della politica locali, e anzi nel silenzio dei più. Il sindaco, il
democratico Bernard Jack
Young, afroamericano, si è limitato a dire: “Beh, succede”.
Nell’indifferenza perfino dei
media, che pure in America privilegiano il sensazionalismo – chi era il commando, chi l’ha
organizzato, come è stato organizzato l’abbattimento, quante ore e giorni ci sono voluti? Boh!
Forse non sono nemmeno neri i
cacciatori di statue. Tutti comunque, neri compresi, sono eredi di Colombo. In tutti gli aspetti.
Le rivolte negli Stati Uniti,
questa in corso come le tante che l’hanno preceduta, avvengono in modi “terzomondistici”,
organizzati-disorganizzati: umorali, estremistici, incostanti.
La rivolta contro la storia
lascia perplessi gli ambienti progressisti americani. Che non approvano ma non parlano. Come se
avessero perduto la parola, l’uso della parola: gli intellettuali non sono in
America meno inefficaci che in
Europa, ma sono più conformisti.
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