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Dio è il racconto di Dio
La memoria “di Dio come oggetto,
e Dio come soggetto”. Le due cose, ricordarsi di Dio e che Dio si ricordi di
noi, sono in dialettica costante. In antico, nel tempio c’erano gli “svegliatori”,
che ogni mattina aprivano la giornata col salmo: “Perché dormi? Svegliati”.
Rivolto a Dio, e agli uomini.
Dio è il racconto di Dio - di Dio
come oggetto, si direbbe, e di Dio come soggetto.
Il “racconto di Dio” è “il
rapporto con Lui. In tutt’e due i sensi: stare a sentire Dio che si racconta e
pregare Dio che stia a sentire noi che gli raccontiamo. Questa è la condizione
fondamentale di ogni fede”.
Piano, arguto, un altro concetto
di Dio. Per l’ebraismo, ma anche per il cristianesimo. In ebraico “il concetto
di storia si pensa e si esprime” come memoria, “come una sequenza di
generazioni che ricevono ciascuna dalle precedenti e trasmettono ciascuna alla
seguente”. Nella storia biblica, ebraica, “la stella polare è il ricordo (Zachor)”. Storia è ricordare, se ne
parla “in termini di toledot
(generazione)”, “di contro al concetto greco-latino di historia, che viene da indagare”. O della “storia come genealogia”
– “nella coscienza ebraica, anche nella mia, la passione per le genealogia è
dominante”. L’esigenza è “conservare il nome”: questo resta, per altre cose non
si vive comunque abbastanza.
Una delle ultime conferenze di De
Benedetti, biblista, teologo, non fondamentalista, anzi “un po’ marrano” (“a
chi mi chiede se sono ebreo o cristiano, io risponde secondo i giorni: sono
cristiano la domenica, ed ebreo… tutti gli altri giorni”), con arguzia e
profondità, semplice sempre. Pdb è uno dei bersagli delle mascalzonate (“incarrighiane”) di U.Eco, col quale
condivise per molti anni il lavoro redazionale alla Bompiani: “Non si sa mai se
PDB\ quando parla piano piano\ è ortodosso oppur marrano:\ lui è fatto un po’
così!”
A cura e con una concettosa
introduzione di Francesca Nodari. E una nota bio-bibliografica.
Paolo De Benedetti, La memoria di Dio, Mimesis, pp. 53 € 5
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