Il futuro di Santa Sophia
Hagia Sophia, qui destinò il
Signore
popoli e re a fermarsi. Ché dal
cielo
la tua cupola (dice un testimone)
pende come fissata a una catena.
E ai secoli diede esempio
Giustiniano,
quando Artemide Efesia, per degli
dei stranieri,
accettò di lasciarsi carpire il
verde marmo
di centosette delle sue colonne.
Ma che pensava il generoso
artefice,
quando, sublime d’anima e
talento,
in te dispose le absidi e le esedre,
additandogli oriente ed
occidente?
Bello il tempio in un liquido
universo,
un trionfo di luce le quaranta
finestre,
e sulle vele ai piedi della
cupola
belli più d’ogni cosa - quattro
arcangeli.
E quel sapiente, sferico edificio
Oltre popoli ed ere avrà futuro,
e il singhiozzo alto dei serafini
non curverà le ombrose dorature”.
Mandel’štam evoca più volte nei
suoi componimenti la “Cupola”, che Serena Vitale dice una “parola-tema” e
associa alla “cupola di Hagia Sophia (la basilica della Divina Sapienza di
Costantinopoli”. In questa poesia, del 1912, il riferimento è diretto – la
traduzione è di Remo Faccani.
Osip Mandel’štam, Hagia Sophia
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