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La depressione, che ridere
Schopenhauer non c’entra, se non
come cappello a un nonsense ioneschiano,
prolisso. Tra un filosofo, sua moglie e un amico che si scrivono e scrivono alla
psichiatra. La quale da ultimo risponde ai tre con un apologo, che sembrerebbe
di fastidio verso gli importuni e forse vuole solo dire che la stupidità è contagiosa.
Una satira, della depressione – e della psicoterapia.
Pensato probabilmente per il teatro,
di cui Reza è specialista, il racconto è di un non-evento, o delle turbe
borghesi sulla depressione. Ingrossate dal fantasma di Althusser, il filosofo
per definizione, che ha finito per strangolare la moglie, per nessun motivo. Ma
il tutto in filigrana, sottile anche troppo. Appesantito dall’etnicismo: tutto è
ebraico, i nomi, le cose, i riferimenti, Spinoza compreso - oltre che lo Schopenhauer
del titolo, “la slitta di Schopenhauer”, non c’entra nemmeno Spinoza, di cui il
filosofo è specialista e di cui quindi si parla. Una satira coraggiosa? Un dispetto?
Yasmina Reza, Dans la luge de Schopenhauer, Folio,
pp. 77 € 5
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