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La paglia in autostrada
Sono
le 13,50, è un’ora e mezzo che siamo fermi sull’autosrada Roma-Civitavecchia,
tra Ladispoli e Santa Severa. Siamo stati chiusi in macchina un’ora e mezza, il
sole brucia, con l’aria condizionata accesa. Il sito Autostrade dice che si è
formata una coda di 3 km. – diceva un’ora fa, poi non è stato aggiornato - indietro
verso Ladispoli, e di 2 km. in direzione opposta, da Santa Severa – che è
vicina un paio di km., chi ci arriva avrà fatto in tempo a uscire, e continuare
sull’Aurelia.
Una
sosta lunga non si sa perché. Un incidente, si dice. Una nuvoletta ristagna
sull’autostrada un po’ più avanti, starà bruciando una macchina, un camion,
forse, una cisterna. Una cisterna no, il fumo sarebbe denso. I molti che sono
scesi per fotografare la scena tornano incerti, non si vede granché. Un’ambulanza
è arrivata da una mezz’ora a passo lento, indecisa, e si è fermata sul lato
destro, davanti a noi. Un’altra più piccola e mobile, di una Misercordia
locale, è sopraggiunta con più voglia di fare, l’autista è smanioso, scende dal
mezzo, parla con l’altra ambulanza, va avanti, torna indietro, telefona. Ma non
cambia nulla. Anche da una volante della Polizia, che pure è arrivata
lentamente, perplessa, felpata, un poliziotto è sceso, robusto, sudato, che ha
dato un’occhiata e si è attaccato al cellulare, col quale va avanti e
indietro, concitato, nervoso, finché non scompare dal nostro campo visivo, camminando
e parlando, dietro le nostre spalle.
Una
terza ambulanza infine arriva col lampeggiatore, rallenta, accelera, e se Dio
vuole scompare, non si è nemmeno consultata con le altre due: risolveranno
l’incidente, si spera, avranno risolto. Ma non succede niente, sono ora le 14. Se
non che il poliziotto Grande Parlatore torna di corsa, col cellulare sempre attaccato
all’orecchio che tenta di spegnere correndo, s’infila nella volante, loro partono,
e anche noi, infine, lentamente, defluiamo.
La
nuvola è proprio davanti a noi, lo spazio di poche macchine. Deviata dal vento
sulla nostra corsia, proviene dall’altra, da uno di due camion caricati a balle
di fieno che ha preso fuoco. Senza fiamma, fumiga, lentamente, dal di dentro, come
da dentro la pancia. La paglia, che non si vede più in campagna, in autostrada.
Le balle di paglia. Un camion di balle, affastellate. L'autostrada ferma, il nastro della velocità. nel sole di mezzogiorno. Nella luce che insonora, il tempo lento, all'ora meridiana.
Qualcuno s'è piantato quando ha visto il fumo, e dietro la colonna si è presto formata. Avere paura è meglio che evitarla. Per la sicurezza naturalmente - la sicurezza non è mai bastate. Ma tre
km. di fila, ma ora probabilmente tredici, dietro di noi, e due sull’altra
corsia, quindici km, o anche solo cinque, di coda coi motori accesi quanto fa
di ossido di carbonio, con polveri sottili, nell’aria? Più del fumo svogliato
della paglia, non velenoso, non altrimenti pericoloso.
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