martedì 28 luglio 2020

L’antisemitismo tedesco nasce con Lutero

Persiste a Wittenberg il culto di Lutero - e di Lucas Cranach. Ma non c’è più nella Marienkirche, la chiesa di Cranach, o non è visibile, la scrofa che allatta gli ebrei con i maiali, e si tiene sotto il culo, direbbe Lutero, la Bibbia del rabbino. Perché gli ebrei, sosteneva il Riformatore, leggono attraverso la merda.
Lutero degli ebrei voleva l’Ausrottung, lo sradicamento. Confuso. In un passo, non qui, pur predicando l’Ausrottung degli ebrei, faceva dei tedeschi orgoglioso degli ashkenaziti. Ma, come in tutto, determinato: il Dio della Bibbia, che con Lutero la Germania ha imposto al cristianesimo, voleva insensibile, crudele, violento, il peggio del peggio. Anche se c’è poco o nulla di biblico nel suo sant’Agostino.
Storicamente non si può dire, la prova naturalmente non c’è, ma il duro antisemitismo tedesco è in Lutero che s’innesta. Parte da lui, è a lui posteriore, prima non c’era, non nella trattatistica. Da Lutero a Pfefferkon, all’“Ebraismo svelato” di Andreas Eisenmenger, 1700, due volumi grandi di duemila pagine di un antisemitismo studiato, a Carl Grattenauer, “cosmopolita” della Rivoluzione, al suo radicale “Contro gli ebrei”, alla luterana Tavolata cristiano-tedesca di Arnim e Brentano, i distruttori della tradizione, ai germanomani, “ariani” e walhallisti alla Wagner o Hunt-Radowsky. La Notte dei Cristalli, che spinse Mussolini al varo delle leggi razziali, è il compleanno di Lutero.
C’è, c’è stata a lungo, la “prova di Lutero”: non so se gli ebrei uccidono i bambini e avvelenano le acque, però so che se lo potessero fare non gliene mancherebbe la volontà. Sullo sradicamento è feroce, l’Ausrottung, la parte che non si traduce di questo “Degli ebrei e le loro menzogne”: “Sono cani assetati del sangue della cristianità, e assassini di cristiani per volontà accanita, e poiché hanno provato un piacere immenso nel farlo, sono stati spesso giustamente bruciati vivi, rei d’avere avvelenato l’acqua e i pozzi e rapito bambini che poi furono smembrati e tagliati a pezzi”.
Anche gli italiani il dottor Lutero considerava specie altrettanto esecranda che Platone e gli ebrei, perché ugualmente superbi. Succede con i maestri, come con i santi senza processo canonico, che bisogna ingoiare anche la loro merda.
Settanta pagine di Adriano Prospeti, non malevolenti, non bastano a cauterizzare la lettura: un testo forsennato, diabolico. Lutero ha goduto e gode di prestigio incontestato, ma è un Lutero inventato, quello degli antipapisti. Il Lutero tale e quale scoraggia da molti decenni nuovi biografi, che non potrebbero ripetere i vecchi.
La vecchia edizione Einaudi censurata aggiornata a cura di Adelisa Malena.
Martin Lutero, Degli ebrei e delle loro menzogne, Einaudi, pp. LXXII +242 € 20


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