L’antisemitismo tedesco nasce con Lutero
Persiste
a Wittenberg il culto di Lutero - e di Lucas Cranach. Ma non c’è più nella
Marienkirche, la chiesa di Cranach, o non è visibile, la scrofa che allatta gli
ebrei con i maiali, e si tiene sotto il culo, direbbe Lutero, la Bibbia del
rabbino. Perché gli ebrei, sosteneva il Riformatore, leggono attraverso la
merda.
Lutero
degli ebrei voleva l’Ausrottung, lo sradicamento. Confuso. In un passo, non
qui, pur predicando l’Ausrottung degli ebrei, faceva dei tedeschi
orgoglioso degli ashkenaziti. Ma, come in tutto, determinato: il Dio della
Bibbia, che con Lutero la Germania ha imposto al cristianesimo, voleva
insensibile, crudele, violento, il peggio del peggio. Anche se c’è poco o nulla
di biblico nel suo sant’Agostino.
Storicamente non si può dire, la prova
naturalmente non c’è, ma il duro antisemitismo tedesco è in Lutero che
s’innesta. Parte da lui, è a lui posteriore, prima non c’era, non nella trattatistica.
Da Lutero a Pfefferkon, all’“Ebraismo svelato” di Andreas Eisenmenger, 1700,
due volumi grandi di duemila pagine di un antisemitismo studiato, a Carl
Grattenauer, “cosmopolita” della Rivoluzione, al suo radicale “Contro gli
ebrei”, alla luterana Tavolata cristiano-tedesca di Arnim e Brentano, i
distruttori della tradizione, ai germanomani, “ariani” e walhallisti alla
Wagner o Hunt-Radowsky. La Notte dei Cristalli, che spinse Mussolini al varo
delle leggi razziali, è il compleanno di Lutero.
C’è,
c’è stata a lungo, la “prova
di Lutero”: non so se gli ebrei uccidono i bambini e avvelenano le acque, però
so che se lo potessero fare non gliene mancherebbe la volontà. Sullo sradicamento è feroce,
l’Ausrottung, la parte che non si
traduce di questo “Degli ebrei e le loro menzogne”: “Sono cani assetati del
sangue della cristianità, e assassini di cristiani per volontà accanita, e
poiché hanno provato un piacere immenso nel farlo, sono stati spesso giustamente
bruciati vivi, rei d’avere avvelenato l’acqua e i pozzi e rapito bambini che
poi furono smembrati e tagliati a pezzi”.
Anche
gli italiani il dottor
Lutero considerava specie altrettanto esecranda che Platone e gli ebrei, perché
ugualmente superbi. Succede con i maestri, come con i santi senza processo
canonico, che bisogna ingoiare anche la loro merda.
Settanta pagine di Adriano
Prospeti, non malevolenti, non bastano a cauterizzare la lettura: un testo
forsennato, diabolico. Lutero ha goduto e gode di prestigio incontestato, ma è
un Lutero inventato, quello degli antipapisti. Il Lutero tale e quale scoraggia
da molti decenni nuovi biografi, che non potrebbero ripetere i vecchi.
La vecchia edizione Einaudi censurata aggiornata a cura di Adelisa Malena.
Martin Lutero, Degli ebrei e delle loro menzogne,
Einaudi, pp. LXXII +242 € 20
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